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La Pinotti contro Salvini e Grillo: "No all'equazione migrante uguale jihadista"

Il caso del killer di Berlino risolleva l'emergenza immigrazione. Grillo: "Via gli irregolari". E Salvini: "Chiudere le frontiere". Ma la Pinotti li stoppa

La Pinotti contro Salvini e Grillo: "No all'equazione migrante uguale jihadista"

"Bisogna chiudere le frontiere e ripristinare i controlli". Durante un presidio della Lega Nord davanti alla stazione di Sesto San Giovanni, dove ieri notte è stato ucciso il terrorista della strage di Berlino, Matteo Salvini torna ad attaccare i leader europee per l'accoglienza buonista, che porta a fare entrare immigrati che non avrebbero diritto, e l'incapacità di contrastare il terrorismo islamico. "Non vorrei aspettare un'altra strage perché l'Europa si svegli". "Non ci sto - replica, seccata, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti - non accetto l'equazione immigrati uguale terroristi".

La storia di Anis Amri è una come tante. Immigrati che sbarcano in Europa, si radicalizzano e attaccano. Come spiegava Luigi Guelpa sul Giornale nei giorni scorsi, infatti, tutte le strade delle stragi che hanno messo in ginocchio l'Occidente passano per l'Italia. Nel Belpaese gli immigrati hanno vita facile: non vengono identificati, non vengono respinti e, se delinquono, non vengono espulsi. Ne sanno qualcosa Salah Abdeslam, l'ottavo uomo del commando che il 13 novembre 2015 uccise 180 persone a Parigi, Abdelhamid Abaaoud, capo della cellula di Verviers e "mente" degli attentati di Parigi, o Noureddine Chouchane, capo del Califfato a Sabrata che ha addestrato il commando che ha attaccato il museo del Bardo a Tunisi. Jihadisti che, al pari dell'attentatore di Berlino, sono passati più volte in Italia. Persino Ziyad Jarrah, il libanese che dirottò il volo United Airlines 93, fece una capatina a Roma e a Firenze nel 1999. Nessuno si è mai sognato di fermarli.

"L'islam, in questo momento storico, non è integrabile con la nostra società", spiega Salvini durante il presidio davanti alla stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni. "La guerra si vince anche con l'orgoglio della nostra identità. Non è un problema di milioni di islamici, perché ci sono persone per benissimo", incalza il leader del Carroccio puntualizzando che il dialogo deve partire da loro. "Io di islamici in piazza non ne ho visti". Una posizione netta che fa il paio con quella di Beppe Grillo che, subito dopo la sparatoria alle porte di Milano, chiedeva al Viminale di sbattere fuori dall'Italia gli immigrati irregolari. In realtà quella del comico è solo una sparata per recuperare qualche voto in un momento in cui la crisi interna al movimento e le inchieste che mettono in difficoltà Virginia Raggi. "Alle parole devono corrispondere i fatti - lo bacchetta, infatti, Salvini - Grillo parla in un modo e i suoi parlamentari cancellano il reato di immigrazione clandestina".

In una intervista ad Avvenire, il ministro Pinotti rigetta categoricamente le posizioni di Salvini e di Grillo. "È vero, l'attentatore di Berlino, un jihadista tunisino, era arrivato a Lampedusa nel 2011 - spiega - ma non accetto l'equazione profugo-terrorista. Non ci sto. In tre anni sono sbarcati sulle nostre coste in 500 mila. Disperati. Povera gente in fuga dalla fame e dalla guerra".

E, per rispondere alla minaccia islamista, serve "un nuovo patto europeo" che "rilanci la cooperazione tra Stati".

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