Cristina Bassi
Luca Fazzo
Milano «Ha seguito la regola dell'omertà propria» dei gruppi ultra, parlando con gli inquirenti solo là dove non danneggiava i compagni della curva Nord. Soprattutto per questo Marco Piovella deve rimanere in carcere. Torna sulle rigide regole interne al Direttivo dei tifosi nerazzurri il gip di Milano Guido Salvini, nel respingere la richiesta di arresti domiciliari dei legali del capo dei «Boys», finito in carcere per gli scontri del 26 dicembre prima di Inter-Napoli.
Piovella, 34 anni detto «il Rosso», si è attenuto alla consegna del silenzio: «Parlo solo dell'incidente che ha ucciso Daniele Belardinelli, non della rissa e dell'organizzazione delle violenze», ha dichiarato fin dall'inizio alla Digos. E, affiancato dagli avvocati Mirko Perlino e Carlo Melzi d'Eril, non ha mai sgarrato. Per il giudice, che ha raccolto il parare contrario della Procura sui domiciliari, è certo che Piovella faccia parte del gruppo di vertice della tifoseria interista che prende le decisioni più importanti. Che era alla riunione al pub prima degli scontri, cui ha poi partecipato «in una posizione avanzata». Scrive Salvini che l'indagato si è «rifiutato» di dare elementi sull'organizzazione dell'attacco, su chi era presente in via Novara e sul proprio ruolo, «nonostante le sollecitazioni».
Non solo. Pur volendo fornire dettagli utili sull'uccisione dell'amico Belardinelli, travolto forse da due auto in due momenti diversi, le sue scelte sono «un forte ostacolo per l'accertamento» sui responsabili dell'omicidio. Il motivo: «Piovella si è rifiutato anche di dire chi fosse intorno a lui in quei momenti e quindi più direttamente possa aver notato la vettura o le vetture che hanno travolto la vittima». Inoltre il Rosso mostra dolore per «Dede», ma la sua morte è dovuta «a fatti che egli stesso (Piovella, ndr) ha contribuito in modo importante a generare». I legali del capo ultra faranno ricorso al Riesame per chiedere la scarcerazione.
Intanto a Napoli, dopo il sequestro della Volvo che per i pm è coinvolta nell'omicidio, è stata trovata e bloccata in attesa di sequestro una seconda auto. Gli occupanti delle due macchine, otto in tutto, sono indagati. Nel complesso gli indagati per i disordini sono una ventina, sia sul fronte nerazzurro sia su quello partenopeo. Ma altri nomi si aggiungono man mano che la Digos individua i partecipanti alla rissa. In via Novara erano presenti anche una trentina di tifosi del Nizza, squadra gemellata con l'Inter. Dopo le lunghe ricerche tra filmati e testimonianze sono state comunque tutte individuate le auto che facevano parte della carovana napoletana assaltata a Milano.
Si lavora per completare l'elenco dei passeggeri. Fondamentali saranno i rilievi della Scientifica sulla carrozzeria delle vetture sospette, in cerca di tracce di sangue della vittima. Anche se la Volvo sequestrata è stata lavata al rientro a Napoli.
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