Pippo Civati si dimette da segretario di 'Possibile'

Dopo la debacle della lista Liberi e Uguali, l'ex deputato Pippo Civati si dimette da segretario di Possibile, il partito che aveva fondato dopo essere uscito dal Pd

Pippo Civati si dimette da segretario di 'Possibile'

Dopo la debacle della lista Liberi e Uguali, Pippo Civati si dimette da segretario di Possibile. L'ex deputato monzese non è riuscito a riconfermarsi in Parlamento e, nel corso degli stati generali del suo partito che si stanno svolgendo oggi a Bologna, ha reso effettivo il suo addio.

"Il termine giusto non è ricostruire, non è ripartire, la sinistra riparte da quando sono nato, il termine giusto è azzerare tutto e immaginare una strategia per il futuro: l'identità non è dietro le nostre spalle, ma è davanti a noi", ha detto Civati, a margine dell'evento. "Abbiamo visto in questa campagna elettorale tutti gli errori possibili- ha proseguito - tutti i paletti dello slalom sono stati presi e inforcati uno a uno, credo sia necessario un momento di sincerità e di verità, nei confronti miei prima di tutto che mi dimetto da segretario di Possibile e di tutti coloro che hanno guidato con molta più responsabilità di me questa campagna elettorale, a cominciare dalla composizione delle liste a Bologna, se possono dirlo in sintesi, è l'unico caso in cui hanno candidato uno del posto". "Il problema - secondo Civati - è che in una partita così pesante, in una campagna elettorale così volgare e parossistica, non eravamo una opzione in campo, non eravamo nitidi, netti, non necessariamente radicali od estremi: però ci sono tante cose che abbiamo detto, sussurato sommessamente che avremmo dovuto dire con più forza e più chiarezza". Civati attaca i suoi ex compagni di viaggio, colpevoli di essere tornati indietro "nei modi, nei metodi, nell'impostazione, nelle scelte di fondo, nelle modalità della campagna elettorale".

"E tutte queste cose le abbiamo denunciate, discusse, segnalate, senza trovare alcun ascolto", ha aggiunto Civati criticando l'alleanza con Zingaretti nel Lazio e avvisando: "L'unità non è retorica, l'unità è una pratica, fatta di rispetto e di lealtà. La leadership e la sua visibilità, poi, sono state completamente accentrate, e non doveva essere così". "Non erano questi gli impegni, doveva esserci coralità e non c'è stata", ha concluso il segretario dimissionario.

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