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Pizzarotti alla riscossa: "Il direttorio si dimetta"

Il sindaco di Parma Pizzarotti punzecchia il suo ex partito con un tweet al vetriolo: "Dalla riva del fiume si vede passare un sacco di gente"

Pizzarotti alla riscossa: "Il direttorio si dimetta"

È l'ora più dolce per Federico Pizzarotti. Il sindaco di Parma commenta le vicende romane del M5S con un tweet al vetriolo ma condito da deliziosa ironia. Poi depone il fioretto e impugna la sciabola. Chiedendo le dimissioni del direttorio e invocando la fine delle decisioni calate dall'alto.

"In effetti stando seduti in riva al fiume passa un sacco di gente. #noleggiosalvagenti", scrive il primo cittadino del capoluogo ducale nella tarda serata di ieri. Il riferimento è anche troppo chiaro.

Pizzarotti, eletto sindaco nel 2012, fu il primo esponente Cinque Stelle a conquistare una posizione politica di rilievo nazionale. La sua vittoria venne salutata come il definitivo sdoganamento della formazione grillina sulla grande scena politica. Il 13 maggio 2016, dopo mesi di polemiche, è stato sospeso dal M5s con un comunicato sul blog di Beppe Grillo. La sua colpa, si disse, era l'essere stato indagato per abuso d'ufficio nell'ambito di un'inchiesta per le nomine al Teatro Regio, in un procedimento attualmente in corso.

In molti però contestarono la decisione dei vertici grillini, molto solerti nell'applicare il "metodo Cinque Stelle" col dissidente Pizzarotti (che in passato aveva contestato le scelte più dirigiste degli alti ranghi del MoVimento, ndr) e assai più indulgenti con l'ortodosso sindaco di Livorno Filippo Nogarin, raggiunto da un avviso di garanzia negli stessi mesi in cui si decideva di epurare il collega parmigiano.

Ora che le inchieste giudiziarie hanno travolto la giunta capitolina a Cinque Stelle, il sindaco di Parma se la ride. E osserva gli ex colleghi di partito che fanno quadrato intorno a un fortino di indagati. Aspettando tranquillo che la corrente del fiume gli porti altre notizie.

Le bordate al Direttorio

Nella riscossa pizzarottiana, però, non c'è solo spazio per l'ironia. A meno di dodici ore di distanza dal tweet della discordia, il sindaco di Parma apre il fuoco contro i vertici del MoVimento.

"Nei due anni in cui il Direttorio gestisce il Movimento 5 Stelle - dice Pizzarotti all'Adnkronos - sono stati scaricati due sindaci, il sindaco di Gela e di Quarto, un terzo è stato sospeso oltre cento giorni fa senza che esistesse una regola per farlo, e ora vi è il caos a Roma, con un rimpallo di accuse tra chi dice di aver avvisato il Direttorio e chi invece sostiene di non sapere nulla dell'indagine in corso nei confronti dell'assessore Muraro. Tutto questo è stato causato da una grave mancanza di regole chiare a tutti". "Da due anni - rivendica il sindaco ducale - chiedo una maggiore organizzazione e regole certe, condivise da tutti gli eletti portavoce attraverso un incontro pubblico, un meetup nazionale, come deve essere nello spirito di partecipazione del Movimento. Invece si legge sempre più spesso di incontri a porte chiuse e decisioni prese dall'alto. Ho sempre sostenuto che le correnti interne, che esistono anche nel Movimento, o vengono palesate oppure si rischia di rimanerne schiacciati.

Alla luce di tutto questo, il Direttorio dovrebbe oggi rassegnare in blocco le proprie dimissioni per non aver saputo gestire il Movimento, e si dovrebbe finalmente tornare a parlare di partecipazione e di condivisione degli indirizzi politici. L'Italia non si governa con due clic in rete e con decisioni calate dall'alto e a porte chiuse"

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