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Pnrr, ritocchi in 10 punti. Fitto rassicura tutti: "C'è l'intesa con la Ue per avere la quarta rata da 16 miliardi di euro"

Nessun ritardo sul Pnrr, "non ho ancora sentito un riferimento preciso a un ritardo attribuibile a noi", dice il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto

Pnrr, ritocchi in 10 punti. Fitto rassicura tutti: "C'è l'intesa con la Ue per avere la quarta rata da 16 miliardi di euro"

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Pnrr, ritocchi in 10 punti. Fitto rassicura tutti: "C'è l'intesa con la Ue per avere la quarta rata da 16 miliardi di euro"

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Nessun ritardo sul Pnrr, «non ho ancora sentito un riferimento preciso a un ritardo attribuibile a noi», dice il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto. Che in conferenza stampa annuncia l'invio a Bruxelles delle richieste di modifica legate alla quarta rata del Piano: 16 miliardi di euro per 27 obiettivi da centrare entro il 30 giugno, che però non era un termine obbligatorio ma «indicativo», spiega. Ne sono stati modificati dieci. Ed è «un passaggio rilevante» verso la modifica integrale del piano da inviare entro il 31 agosto. Fitto parla di un lavoro «costruttivo» e «positivo» con la Commissione europea. E «senza polemiche», ricorda che «si tratta di obiettivi frutto di decisioni non di questo governo», che andavano modificati per rispettare le scadenze e per spendere le risorse.

Ieri la proposta sulla quarta tranche è stata inviata alla Commissione, e una portavoce Ue ha chiarito che «riserveremo ogni commento pubblico sulle misure in questione a quando la nostra valutazione sarà completata». Solo dopo il semaforo verde Roma potrà chiedere il via libera anche al pagamento, e sulle tempistiche «non ci sono garanzie», ammette Fitto. Tutto mentre si attende ancora quello della terza rata da 19 miliardi che scadeva a dicembre, e per la quale i tecnici di Bruxelles si sono presi tempi supplementari per verificare il lavoro italiano. Non si parli però di ritardi, insiste il ministro: «Al momento solo tre Paesi hanno chiesto il pagamento della terza rata - Spagna, Italia e Grecia - nessuno della quarta. Se noi siamo in ritardo gli altri che situazione hanno? Se tutto andrà come ci auguriamo, saremo il primo Paese a chiedere la quarta». Smentisce che l'Italia avrebbe potuto ottenere la terza rata rinunciando a una parte dei fondi, quelli per gli alloggi universitari ancora incompiuti: «Non mi risulta». Sulla quarta invece «c'è stato un lavoro tecnico preliminare che punta a risolvere preventivamente elementi che poi generano tempi lunghi» ed «evitare una fase lunga di verifica».

Si interviene su una serie di misure «con correzioni di tipo tecnico amministravo e altre di merito». Si è entrati in una fase più «delicata» rispetto a quella precedente gestita dal governo Draghi. Ora bisogna misurarsi con «obiettivi fisici», con la cosiddetta «messa a terra» dei progetti e dei bandi.

Le modifiche riguardano asili nido, rinnovo del parco ferroviario del trasporto regionale, ecobonus, installazione di colonnine di ricarica elettrica, ma anche gli interventi contro la povertà educativa nel Mezzogiorno e per dell'imprenditoria femminile. Sugli asili, per cui c'erano stati attacchi dalle opposizioni che parlavano di definanziamento, l'Italia chiede una revisione degli obiettivi intermedi a causa di un ritardo dei comuni sui bandi per l'aumento dei costi materie prime. Nessun taglio, si chiede invece «l'aggiudicazione di un primo set di interventi con l'impegno a lanciare un nuovo bando per raggiungere l'obiettivo finale». Sui bonus di poter «rendicontare l'installazione di caldaie a condensazione a gas in sostituzione delle caldaie a minore efficienza». Sulle colonnine di ricarica, a fronte di 6500 richieste, i bandi finora ne hanno coperte solo 4.700 e nelle sole aree urbane. Per questo si mira ad «adeguare l'obiettivo intermedio». Insomma, dice Fitto, «siamo dentro le regole previste, e non ci vuole molto a comprendere che ci vuole gradualità per spendere le risorse, come sugli asili nido».

Attacca la segretaria del Pd Schlein: «la premier deve assumersi le sue responsabilità» e presentarsi in Parlamento. Per Carlo Calenda «stiamo perdendo la nostra credibilità internazionale».

Contrattacca il capogruppo di Fdi Tommaso Foti: «Il Partito democratico d inventa teoremi, non si basa su fatti reali ma fa mediocre polemica».

In Parlamento ci sarà invece Fitto, il 18 luglio, per la relazione semestrale.

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