Coronavirus

Pochi contagi (318) e pochi tamponi

Oltre la metà dei nuovi casi in Lombardia (187), nove Regioni a zero

Medici in corsia contro il Covid (La Presse)
Medici in corsia contro il Covid (La Presse)

Sotto quota 40mila. La notizia più importante di ieri nel bollettino della Protezione che fino a un mese fa ci terrorizzava e ormai guardiamo di striscio, è che il numero dei contagi attivi, ovvero degli attuali malati «ufficiali», è sceso sotto un altro muro: sono 39.893, 1.474 in meno rispetto a lunedì. Di essi 408 sono in terapia intensiva, meno 16 rispetto a lunedì, 5.916 persone sono ricoverate con sintomi (-183) e 33.569 persone, pari all'84 per cento degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. La Lombardia con 20.255 positivi attuali «fattura» attualmente più della metà dei casi attivi. Uno dei tanti record negativi detenuto in materia di coronavirus dalla regione più ricca e popolosa d'Italia.

Il dato più importante resta quello dei nuovi contagi, che sono 318, un numero piuttosto basso (solo due volte da inizio marzo l'incremento è stato inferiore) ma che va ponderato con un numero di tamponi effettuati inferiore alla media delle ultime settimane: solo 52.159 (dei quali 25.628 su nuovi soggetti). Il che mantiene iil tasso di contagio, ovvero il numero di nuovi casi su nuovi tamponi, in linea con gli ultimi giorni, allo 0,61 per cento. Più alto invece il tasso che considera i tamponi su nuovi casi: in questo caso il tasso di contagio è dell'1,24 per cento.

La Lombardia, che lunedì si era fermata a 50 nuovi casi facendosi addirittura superare dalla Liguria, torna a primeggiare nella classifica dei nuovi casi: 187, più della metà del totale nazionale (il 58,80 per cento). Dietro ci sono il Piemonte con 57, l'Emilia-Romagna con 19 mentre la Liguria torna a numeri più «normali» (+15). Ben nove regioni sono a contagi zero (Puglia, province autonome di Trento e di Bolzano, Umbria, Sardegna, Valle d'Aosta, Calabria, Molise e Basilicata. In altre sette regioni i casi sono a una sola cifra (Veneto 8, Lazio 5, Marche, Sicilia e Abruzzo 4, Campania 3, Friuli-Venezia Giulia 2) e in Toscana 10. In Lombardia la provincia più colpita torna a essere quella di Milano, con 45 nuovi casi, dei quali 12 nel capoluogo. Seguono Brescia con 36, Como con 26, Pavia con 23 e Bergamo con 14.

I casi totali sono al momento 233.515, e la Lombardia ne conta 89.205 davanti a Piemonte (30.715), Emilia-Romagna (27.828), Veneto (19.162) e Toscana (10.117).

Crescono sempre più lentamente i morti, che ieri sono stati 55, che portano il totale a 33.530. La Lombardia e l'Emilia-Romagna con 12 morti ciascuna sono in testa, davanti a Piemonte (8), Toscana e Abruzzo (5). Otto regioni ieri non hanno fatto registrare nemmeno un decesso. Il tasso di mortalità resta tra i più alti al mondo: 14,36 per cento, con la Lombardia addirittura al 18,09. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 160.092, con un incremento di 1.

737 rispetto a lunedì.

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