Pochi migranti dai Paesi con il "Franco coloniale". Ecco perché Dibba mente

La banconota stracciata da Fazio non è causa della povertà africana. Le bufale su Tav e Ue

Pochi migranti dai Paesi con il "Franco coloniale". Ecco perché Dibba mente

In mezzo ad una marea di balle e «stronzate» - come dice lui - una previsione l'ottimo Dibba la ha azzeccata: l'incidente diplomatico con la Francia c'è stato. Solo che non è stata la sceneggiata pro-Italia auspicata dal grillino errante, che annunciava di voler «portare dei migranti a Marsiglia e creare un incidente diplomatico con la Francia». No, è stata Parigi a convocare il nostro ambasciatore per stigmatizzare le deliranti accuse di fantasia rivolte al nostro partner Ue da esponenti di maggioranza, Dibba incluso. Per il resto, il comizio di Alessandro Di Battista gentilmente ospitato da Fabio Fazio sulla Rai è stata una mirabolante collezione di panzane (mai contraddette dal conduttore). Iniziamo proprio dal casus belli con la Francia, cui Di Maio e il compare danno la colpa dell'intero fenomeno migratorio dall'Africa perché «Parigi gli impone il franco coloniale e li tassa». Bufala gigante, ovviamente: il «franco coloniale» non esiste, del resto non esiste da 20 anni neppure il franco: 14 paesi africani (tra cui ex colonie spagnole e portoghesi, e nessuno «tassato» dalla Francia) usano monete, come il citato Cfa, emesse da banche centrali africane, che hanno scelto di essere legate all'euro da un rapporto di cambio fisso. In ogni caso, da quei paesi non arrivano o quasi migranti in Italia: la Costa d'Avorio, che adotta come moneta il Cfa, è l'unico paese da cui ne arrivano alcuni, ed è l'ottavo della lista di provenienza.

La Tav

«Ci costa 20 miliardi», spara Dibba. Falso: si parla di meno di 5 miliardi. «Non ho le prove ma credo che qualcuno si sia già steccato le tangenti», aggiunge. E come mai, se ha una simile grave notizia di reato, non è mai andato in procura a denunciare? Ah, saperlo.

La Tap

Il via libera definitivo al gasdotto, come noto, è arrivato dal governo Conte. Ma Dibba non ci sta. Anche qui non ha le prove, ma «ho scoperto, anzi mi ha detto la Lezzi» che è tutta colpa del governo precedente: «Avevano già firmato le ultime autorizzazioni in campagna elettorale», per far trovare i poveretti davanti al fatto compiuto. Peccato che quando la Pd Teresa Bellanova disse che era troppo tardi per tirarsi indietro, la Lezzi negò e la criticò ferocemente. Bum.

Toninelli

«È il miglior ministro che abbiamo, insieme a Di Maio». E già qui si inizia a sghignazzare. Ma il bello deve ancora arrivare: «È stato massacrato dai media. Non ho le prove (e quando mai, ndr) ma credo ci sia dietro la mano di Benetton». Ma Toninelli è assurto subito, e solo grazie ai suoi meriti, a zimbello comico numero uno del governo, nonostante l'agguerrita concorrenza: fin dalle foto «concentrate» che lui stesso provvedeva a diffondere, che risalgono a tre mesi prima del crollo di Genova. «Avrà fatto qualche gaffe, ma ha bloccato l'aumento dei pedaggi autostradali»: in verità, il ministero ha trattato con i concessionari, una parte dei quali ha accettato volontariamente di rinunciare agli aumenti. Ma solo per sei mesi. Chiaro che a giugno torneranno alla carica.

Reddito di cittadinanza

Dicevano che non si poteva perché non c'erano le risorse, e invece le coperture per il Rdc sono state trovate», spiega orgoglioso Dibba. In realtà il provvedimento si finanzia quasi esclusivamente a debito, con la garanzia di un aumento dell'Iva, quindi posponendo le nuove tasse ai prossimi anni.

«Non sono mai stato anti-Ue»

Peccato ululasse: «L'euro è una zavorra di cui liberarsi» e «basta essere schiavi del nazismo nordeuropeo».

«Non conosco Salvini»

E le foto che li ritraggono mano nella mano?

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