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Poligamia, l'ultimo tabù che ormai rischia di cadere

Le unioni omosessuali aprono nuove strade: in Italia già 15mila hanno più di un coniuge E negli Usa una star tv ha chiesto di sposare un'altra moglie con il consenso della prima

Poligamia, l'ultimo tabù che ormai rischia di cadere

Se cade il tabù del sesso dei coniugi, tra quanto tempo si supererà quello del numero? Il riconoscimento delle unioni gay apre la strada alla bigamia e alla poligamia? Sembra solo una provocazione, eppure senza troppo clamore un dibattito è aperto da tempo su questi interrogativi. Negli Stati Uniti, che amano essere sempre all'avanguardia su certi temi, ma anche in Europa e in Italia.

Il problema è che quando la legge entra in camera da letto, quando lo Stato si occupa di diritti sentimentali, oltre che civili, non si sa mai dove si va a finire. Le nuove frontiere del diritto possono anche superare il principio occidentale della poligamia come pratica basata sull'inferiorità della donna e spesso coincidente con l'abuso. Se un uomo ama un uomo e una donna un'altra donna, e nel rispetto della legge forma così una famiglia, come si potrà obiettare sull'amore di un uomo per più di una donna che vuole come moglie?

Certo, da noi esiste l'articolo 556 del codice penale che vieta chiaramente il matrimonio con più di una persona e il reato in questione è punito da uno a cinque anni, perché inteso a tutela del matrimonio come fondamento della società familiare. Ma se cambia la famiglia, con il riconoscimento delle unioni civili comprensivo dell'adozione del figlio del partner, pur senza usare la parola matrimonio, certi equilibri anche giuridici possono saltare.

L'immigrazione e il multiculturalismo, il problema della compatibilità del diritto di famiglia musulmano - che prevede la poligamia - con il nostro e il crollo imminente delle barriere di riconoscimento delle coppie omosessuali, aprono inevitabilmente nuove frontiere.

Statistiche ufficiali non ce ne sono, ma in Italia sembra che esistano già 15mila poligami. Nascosti, ma neppure troppo. E non solo stranieri. D'altra parte, se vive da noi circa un milione e 400mila musulmani e qualcosa come 100mila italiani sono convertiti all'Islam, le stime semmai sono per difetto. In Francia si parla di 100mila poligami, in Germania di 60mila. E in Europa cresce anche l'immigrazione dalla Cina, dove la bigamia è illegale ma antiche tradizioni proteggono unioni di fatto bigame.

Proprio in questi giorni è stato presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma un film come Freeheld , che racconta la storia vera di una poliziotta del New Jersey che prima di morire di tumore ha ottenuto il riconoscimento della reversibilità della pensione per la sua giovane compagna. Non ha mai voluto essere strumentalizzata dai movimenti per il riconoscimento dei matrimoni gay, si è battuta, come diceva lei, solo per i diritti individuali. Però, inevitabilmente, la sua battaglia ha aperto non una porta, ma un portone alla legalizzazione delle nozze omosessuali, avvenuta sette anni dopo nel suo Stato.

Le conseguenze di certi passi che sembrano piccoli, si rivelano incontrollabili. Avviene da decenni con la procreazione assistita, lo vediamo ogni giorno anche da noi, Chiesa o non Chiesa. A proposito, c'è chi ricorda che la Bibbia non condanna esplicitamente la poligamia, praticata da Abramo, Giacobbe, Davide e Salomone. Anche se nel Vangelo per un leader spirituale si richiede una sola moglie. Negli Stati Uniti, nel luglio scorso, la star tv Nathan Collier, del reality Sister wives che tratta lo scottante tema della poligamia, ha chiesto la licenza di sposare la sua seconda moglie Cristine, con la benedizione della prima, Victoria. Se non gliela concederanno, è pronto a far causa, ha annunciato.

D'altronde, quando la Corte Suprema degli Stati Uniti ha legalizzato il matrimonio tra omosessuali, il presidente John Roberts ha espresso la sua opinione dissenziente avvertendo proprio che se cade il principio uomo-donna, il prossimo a saltare sarà appunto quello dell'unione tra due sole persone.

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