La politica delle due scarpe

La promessa del reddito di cittadinanza - distribuzione di ricchezza non prodotta - è una scarpa destra pre-elettorale che non conoscerà mai la sinistra e questo la gente che ha votato M5s comincia a capirlo e lo ricorderà con rabbia

La politica delle due scarpe

Dopo aver registrato al catasto archeologico la fine di quella cosa che si chiamava sinistra politica, prendiamo atto che lo scontro ideologico oggi è fra chi pensa che la ricchezza vada prima prodotta e poi distribuita e chi promette di distribuirla senza averla prodotta.

L'idea in sé sarebbe geniale e andrebbe brevettata, se non l'avesse già fatto il leggendario sindaco napoletano che nel primo dopoguerra regalava agli elettori una scarpa destra promettendo la sinistra a voto conteggiato. La promessa del reddito di cittadinanza - distribuzione di ricchezza non prodotta - è una scarpa destra pre-elettorale che non conoscerà mai la sinistra e questo la gente che ha votato M5s comincia a capirlo e lo ricorderà con rabbia.

Ma intanto lo scambio fra promessa impossibile e voto reale è avvenuto e almeno a questo giro non si torna indietro. Ora si devono limitare i danni, necessità che non sfugge al capo dello Stato il quale probabilmente rimpiange di aver lasciato passare una legge elettorale che ha prodotto effetti speciali ma non una maggioranza di governo politico.

La legge che ci ha mandato alle urne sembra uscita dal simposio del Cappellaio Matto di Alice nel Paese delle Meraviglie, ma per fortuna il pallottoliere ancora funziona e questo

ci consola. Si tratta adesso di fare in modo che il Paese delle meraviglie non si trasformi nella palude della decrescita infelice e del medio evo prossimo venturo con una sferzata di realismo, prima che sia troppo tardi.

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