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"Politica? Mai dire mai". Cairo riaccende le voci sulla discesa in campo

La frase dell'editore apre il dibattito anche all'interno di Fi. Oggi il tavolo delle regole

"Politica? Mai dire mai". Cairo riaccende le voci sulla discesa in campo

Il momento è oggi e tutti lo considerano importante. Quando attorno al tavolo delle regole si siederanno Antonio Tajani (eletto ieri presidente della Commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo), Giovanni Toti, Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini si capirà se sul punto cruciale delle primarie (aperte a tutti o agli iscritti?) il governatore ligure accetterà la mediazione o tirerà la corda per rompere.

Prima dell'appuntamento delle 16, nella sede di Forza Italia di piazza in Lucina, Toti incontrerà i suoi, dal dirigente nazionale Mario Abruzzese al consigliere regionale del Lazio Adriano Paolozzi, a parlamentari come Giorgio Silli. Una breve consultazione e poi scoprirà le carte. Ha capito che Silvio Berlusconi non approverà mai primarie del centrodestra, né trova appoggi in altri al di fuori della sua stretta cerchia, e bisognerà vedere se si accontenterà del compromesso di aprire le urne anche a chi vuole iscriversi all'ultimo minuto.

Delle modifiche allo Statuto di Fi, che le elezioni non le prevede, questo sembra l'unico punto a interessargli. Ma tra gli azzurri è più diffusa l'urgenza di trovare una linea politica vincente e riempirla di contenuti che abbiano a che fare con i problemi reali della gente. E mentre il governatore continua a proporsi da leader, facendo stizzire il Cavaliere, riemerge un nome più volte evocato dallo stesso Berlusconi come suo possibile delfino: Urbano Cairo. Al presidente di Rcs, La7 e del Torino Calcio, chiedono di un suo possibile impegno in politica, mentre presenta il palinsesto della tv e lui risponde: «In questo momento è no, però... Mai dire mai». Basta questo per farlo tornare in auge, nel momento in cui Fi discute per la prima volta sulla guida del partito, fatta salva la posizione carismatica del fondatore. «Mi inorgoglisce - dice Cairo - che si parli di me come di una persona che può dare una mano. Non ho tempo di farlo in questo momento, più che andare a dormire tutte le sere alle 3 e svegliarmi alle 8 riesco».

Potrebbe essere una risorsa per il centro del centrodestra, per Fi? Tra dirigenti e quadri azzurri serpeggia lo scetticismo, si fa notare che la sua posizione politica non l'ha mai chiarita. «Ricorda un po' il Montezemolo che dagli anni 90 si autocandida e scalda i motori, ma poi in campo non è mai sceso, forse perché nessuno l'ha chiamato», scherza un big di Fi. In questa fase sembra più realistico seguire le mosse dei due coordinatori pro tempore, Toti e Mara Carfagna, che preparando il congresso d'autunno insistono l'uno sulle primarie e l'altra sui contenuti. «Mi auguro - spiega al Giornale la vicepresidente della Camera - che il board che il presidente ha istituito abbia anche l'ambizione di indicare una direzione al partito, Fi non può essere ostaggio del dibattito sulle regole, deve parlare al Paese reale. Io sto lavorando a iniziative tematiche, che prima della pausa estiva presenteremo a Montecitorio e anche sul territorio, sui problemi concreti della gente.

Con Renata Polverini incontreremo le organizzazioni sindacali per fare il punto sulle vertenze ignorate dal governo, da Whirpool a Mercatone Uno; con Antonio Palmieri sosterremo l'assegno alle famiglie per ogni figlio, con un tetto molto alto; con il coordinatore della Toscana Stefano Mugnai stiamo organizzando un'iniziativa per ascoltare i nuovi problemi dei balneari; con Sestino Giacomoni interverremo sullo scandalo dei rifiuti a Roma».

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