"La politica può far ridere. Ma oggi vedo solo odio"

Il regista e autore tv Pier Francesco Pingitore ha compiuto 91 anni: "Nemmeno negli anni del dopoguerra i contrasti erano così forti"

"La politica può far ridere. Ma oggi vedo solo odio"

Pier Francesco Pingitore oggi ha la bellezza di 91 anni. Se lo senti parlare però sembra un quarantenne. Della miriade di cose di successo che ha fatto, il Bagaglino è la sua creatura più importante. La sua vita è la satira, specie la satira politica.

Pingitore, c'è mai stato un politico che si arrabbiava per le sue caricature?

"No, mai. O almeno nessuno lo ha mai dato a vedere"

Andreotti com'era?

"Era un uomo di uno spirito eccezionale. Una volta venne sul palcoscenico del Salone Margherita e noi gli facemmo trovare una riproduzione della Bocca della Verità. Gli dicemmo di mettere la mano nella bocca e poi di rispondere. E gli chiedemmo se avesse mai pensato di diventare presidente della Repubblica. Lui rispose: Per la verità vorrei diventare Papa, ma non posso: sono sposato.

Ebbe successo quella volta con Andreotti?

"14 milioni di spettatori"

Che Bagaglino è oggi l'Italia?

"È un Bagagliastro. Io vedo che la lotta politica si è ridotta a uno scambio di insulti. Non c'è una vera contesa politica. La politica è solo lotta di personaggi che aspirano al potere".

Come giudica gli attuali governanti?

"Il mio giudizio sull'attuale conduzione della cosa pubblica è che non ha particolari demeriti e forse ha qualche merito".

Lei è cauto

"Il mio compito è fare satira, non dare giudizi politici".

Se dovesse portare la Meloni sul palco?

"Intanto dovrei avere un palco. Poi sono sicuro che se la caverebbe benissimo".

Ha mai subito censure?

"No. Mai".

Una telefonata particolare di un politico?

"No. Stavano attenti. Loro sapevano che non accettavo censure, io sapevo di stare su Rai uno e di dover rispettare la rete".

Parolacce?

"Non sono mai stato parolacciaro. Uso qualche volta la parolaccia, ma la considero in qualche modo sacra, e per avere effetto deve essere insolita, rara. Sennò non funziona".

Lei non hai mai fatto mistero del suo essere di destra.

"Qualche anno fa mi diedero il premio Acqui Terme, credo nel 2013. Conduceva Franco Di Mare. Mi chiese: Si dice che lei sia un po' di destra, è vero?. Gli risposi: Avrei voluto tanto essere di sinistra, ma non c'era più posto".

Cos'è che la tiene lontano dai valori della sinistra?

"Non sopporto la loro retorica in tutti i campi. Quando ha avuto il potere si è spesso comportata peggio della destra. Non mi piace il loro giacobinismo verbale".

La politica le piace?

"La feci da giovane, quando avevo il fuoco sacro. Poi tutto questo svanisce".

Cosa resta?

"Ti rimangono i ricordi, che sono la cosa più importante della vita".

Se li sente addosso i suoi novant'anni?

"A volte, quando penso che ce li ho, mi spavento".

L'altro ieri ne ha compiuti 91...

"Ho deciso di ricominciare da quell'uno"

Se guarda indietro, quali sono le tappe fondamentali?

"L'avvio al giornalismo, quando arrivo allo Specchio. Poi nel 1965 con altri amici mi metto a fare un cabaret. Il direttore-editore del giornale mi chiama e mi dice che come redattore-capo del giornale non potevo fare cabaret. Mi pone un diktat. Cabaret o giornale.

Perché il cabaret?

"Intanto perché mi proibivano di farlo. Ma soprattutto perché amavo il teatro. Dissi no all'editore e scelsi il cabaret: naturalmente persi lo stipendio".

Come nacque il Bagaglino?

"Dall'incontro con vari amici. Affittammo un seminterrato a via della Campanella, nel rione Panìco. C'entravano una settantina di persone. Noi ne mettevamo 150. Sembrava un cabaret tedesco degli anni venti. C'era solo una finestrella. Nuvole di fumo, mancanza totale di aspiratori Una pedana sovrastata da una ringhiera alla quale erano attaccate poche luci, rosse e blu. Ma quando Gabriella cantava Er barcarolo, la luce azzurra velata da una caligine di fumo le illuminava il viso bellissimo E scoppiava un applauso immenso".

Come nasce il nome?

"Anton Giulio Bragaglia, vecchio futurista, faceva la critica teatrale allo Specchio. Lui mi raccontava aneddoti, storie. Poi morì. Allora io proposi il nome Bragaglino. Una parente di Bragaglia ci mandò una diffida. Così Castellacci, che era un genio pigro, disse Togliamo la erre e andiamo avanti. E nacque il Bagaglino".

Quando lasciaste la cantina?

"Nel 72 ci ricordammo del Salone Margherita, a un passo da piazza di Spagna. Era stato il più bel teatro di caffè chantant italiano nella prima metà del 900. Poi era decaduto. Ci facevano il cinema ma non ci andava nessuno".

Quanti anni ci siete stati?

"Più o meno 48".

Cosa ha rappresentato il Bagaglino nella sua vita?

"Tutto. Ho fatto tante altre cose, ma il Bagaglino è la mia casa artistica".

A un certo punto dalla Rai passò a Mediaset

"Dissi a Berlusconi: Lo vedi questo copione? Beh, è l'ultimo che vedi. Lui rispose: Perfetto così. E mi ha sempre lasciato completa libertà nei testi, nella scelta degli attori, nelle messe in scena. Insomma, in tutto".

Le ha mai telefonato per chiedere di fare o non fare?

"Una volta per chiedermi la cortesia di chiudere entro le 23,15 perché poi doveva andare da Vespa".

Lo fece?

"Sì perché non fu un'imposizione. Ma la richiesta di un favore da parte di uno che era il proprietario. Caso unico in Italia"

Lo ha conosciuto bene Berlusconi?

"Sì. Una persona estremamente generosa, liberale, aveva voglia di fare, di essere sulla cresta dell'onda e di essere amato. E poi era di un'intelligenza straordinaria".

Cosa diceva del Bagaglino?

"Lo amava. Era auto ironico. Lui era un signore vero"

Oggi vince l'odio?

"Si. Nemmeno nel dopoguerra, quando erano fresche le ferite della guerra civile, c'era questo odio così forte. E ingiustificato".

Com'è la sua vita oggi?

"Ho scritto un film. Lo dirigerò a marzo. Ho fatto un docufilm sulla mia vita: Una vita da Pingitore, per la regia di Mirko Alivernini. Ho scritto un libro di poesie romanesche. E medito di rifare il Bagaglino"

Non le va di riposarsi?

"Da che? Io non ho mai lavorato. Mi sono sempre divertito".

Cosa fa ridere?

"Quello che non ti aspetti"

La satira esiste ancora?

"Non credo. Ma tornerà. È certo".

Cosa farà in futuro?

"Magari rifaccio il Bagaglino. O vendo gelati".

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