Politici in vendita a 7mila euro al giorno

Gli ex ministri degli Esteri Rifkind e Straw ripresi di nascosto mentre offrono favori in cambio di lauti compensi

Politici in vendita a 7mila euro al giorno

Londra - I soldi contano, anche per i politici britannici. Senza esclusione di classe o provenienza di partito, che siano Lord o semplici parlamentari. Perché gratta gratta, anche nei Paesi meno inclini alla corruzione, trovi sempre qualcuno che non regge alla tentazione di rimpinguare il proprio stipendio, con un discorso alla Camera o una mozione presentata in commissione parlamentare. Stavolta a finire nella trappola dei terribili media nazionali sono stati due ex ministri degli Esteri, Jack Straw e Lord Malcom Rifkind. Laburista il primo, conservatore il secondo: si sono ritrovati sbattuti in prima pagina per una storia di presunta attività lobbistica in quanto avrebbero promesso di usare la propria influenza politica in cambio di denaro ad un giornalista sotto copertura che si presentava come portavoce di una ditta cinese.

L'esca è stata gettata dal programma televisivo d'indagine di Channel 4 in collaborazione con il quotidiano Daily Telegraph e, dei numerosi politici avvicinati, soltanto questi due hanno abboccato all'amo. Il filmato con tanto di conversazioni registrate è andato in onda ieri sera. Il titolo era «Politici a ingaggio», due parole soltanto per spiegare tutto. Jack Straw avrebbe raccontato al sedicente giornalista come aveva usato la sua influenza per cambiare le regole europee per conto di una società da cui riceve 60mila sterline all'anno. «Quindi - avrebbe detto Straw - normalmente prendo circa 5mila al giorno» (quasi 7mila euro, ndr ). Sir Malcom invece avrebbe millantato di poter organizzare incontri con ogni diplomatico inglese «utile» in tutti i Paesi del mondo. «Io sono un libero professionista - si sentirebbe nel programma - nessuno mi paga uno stipendio, devo guadagnarmelo». A prescindere dalle cifre in questione, bruscolini rispetto ad altri casi accaduti nel resto del mondo, ieri a Westminster è scoppiato un putiferio. La strana coppia ha smentito fermamente ogni accusa dichiarando di aver agito con onestà nell'ambito delle regole previste per il secondo lavoro dei deputati, ma questo non ha impedito ai Tory di sospendere immediatamente dal partito Rifkind mentre Straw si è autosospeso dal Labour.

Sentiti immediatamente da una commissione di vigilanza parlamentare hanno poi dovuto cospargersi il capo di cenere per le incaute dichiarazioni rilasciate al finto giornalista. Sir Malcom, che percepisce uno stipendio pari a 90mila euro annui, ha ammesso che dire «nessuno mi paga» è stata una cosa sciocca dato che la paga di deputato può sembrare un sacco di soldi a chiunque ne guadagni di meno. E Straw si è detto mortificato di essere caduto nel tranello giornalistico ribadendo però di non aver agito impropriamente. Le attestazioni di sostegno non sono mancate anche se con una certa discrezione. L'ex premier Tony Blair, di cui Straw è stato il fedele braccio destro durante l'ultimo conflitto nel Golfo, ha offerto il suo appoggio al collega di partito e del resto neppure lui a business se la cava male. Il leader laburista Miliband ha però subito chiesto regole meno labili sul secondo impiego concesso ai parlamentari. Il premier Cameron non ha raccolto la sfida da campagna elettorale escludendo fin d'ora future restrizioni in merito, asserendo che gli interessi esterni alla politica «arricchiscono spesso le conoscenze di base del Parlamento».

Chissà se la gente comune la pensa come lui. Di certo erano tutti d'idea diversa negli anni passati, ai tempi dello scandalo dei rimborsi facili dei deputati o delle cospicue donazioni fatte in cambio di un titolo di Lord.

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