Polonia, 40mila soldati già al confine

Varsavia blinda il fronte Est e accusa: "I droni russi erano diretti a una base militare"

Polonia, 40mila soldati già al confine
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Dopo lo sgomento, la paura e la rabbia, l'Occidente si prepara all'azione. I droni russi sulla Polonia hanno fatto scattare gli allarmi ai massimi livelli riportando l'Europa a un clima da guerra vera che sembrava soltanto un brutto ricordo. La prima reazione, quasi scontata, è stata proprio della Polonia. Oltre ad aver richiesto per oggi una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, Varsavia è corsa immediatamente ai ripari schierando circa 40mila soldati ai confini con la Bielorussia e la Russia, anche per via delle esercitazioni congiunte russo-bielorusse che inizieranno proprio oggi coinvolgendo decine di migliaia di uomini. E anche solo l'immaginare due eserciti di fatto nemici l'uno di fronte all'altro, dà il senso del livello di tensione che si respira.

Cezary Tomczyk, viceministro della Difesa polacco, ha confermato che da mesi il suo Paese si sta preparando a queste esercitazioni che dice "è un'esercitazione offensiva". Il lancio di droni russi non ha fatto altro che aumentare l'allarme polacco, con la decisione anche di limitare il traffico aereo al confine orientale almeno fino a dicembre "per garantire la sicurezza nazionale". Oggi alle 21 il consiglio di sicurezza dell'Onu cercherà di trovare risposte adeguate ma intanto sembra appurato che i droni russi non siano arrivati in Polonia per caso o per errore. Secondo quanto ricostruito dalle forze Nato e riportato dal tedesco Der Spiegel, almeno cinque droni sarebbero stati diretti verso il polo logistico di Rzeszow, uno dei punti di transito chiave per i rifornimenti di armi all'Ucraina. Gli F-35 olandesi li avrebbero intercettati proprio mentre seguivano la rotta per la base militare. I droni, probabilmente provenienti dalla Bielorussia, erano degli Shahed o delle repliche russe dei Gerlan, oltre ai droni kamikaze più piccoli Gerbera, tutti equipaggiati con ordigni esplosivi. Secondo il prestigioso istituto per lo studio della guerra americano, "la Russia sta cercando di misurare le capacità e le reazioni sia della Polonia che della Nato", a caccia di soluzioni per "futuri conflitti con l'Alleanza o per limitare gli aiuti militari occidentali all'Ucraina", confermando la totale intenzionalità di Mosca nel blitz.

Dopo i tentativi di dissociarsi dall'accaduto e le difese che sembravano attacchi, il Cremlino sceglie la strada del silenzio. "Non ci saranno nuovi commenti, non c'è nulla da aggiungere", ha detto il portavoce di Putin Dmitri Peskov, dicendo anche che "la retorica delle dichiarazioni che sentiamo da Varsavia non è nuova. Questa retorica è stata caratteristica di quasi tutte le capitali europee ultimamente. Vediamo che continua", nell'estremo tentativo di schivare le responsabilità in un quel mix di menzogne e propaganda cui il Cremlino ha abituato. Per il presidente Usa Donald Trump i droni russi in Polonia potrebbero essere stati un errore. Se dai leader europei, fatta eccezione per i solito Orbán e Fico, monta la rabbia che va di pari passo con le accuse a Mosca e la voglia reagire adeguatamente, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ricorda che "con dolore impariamo che la pace senza difesa è un'illusione, ed è per questo che ora dobbiamo investire di più nella nostra difesa".

A Kiev intanto è arrivato l'inviato americano per l'Ucraina Keith Kellogg che vedrà Zelensky per cercare una soluzione diplomatica al conflitto che ogni giorno sembra sempre più lontana.

"Tutto indica che la Russia ha la capacità di continuare ed espandere la sua aggressione", ha detto il presidente ucraino. Si temeva. Probabilmente si sapeva. Forse si aspettava. Ma adesso è chiaro a tutti. E tutti cercano di rispondere a una minaccia mai così concreta.

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