Predica il lavoro gratis (altrui) E la Camera gli dà 56mila euro

Il guru M5s De Masi si fa pagare una ricerca dal gruppo Lui che teorizzava l'occupazione senza stipendio

Predica il lavoro gratis (altrui) E la Camera gli dà 56mila euro

«Lavorare gratis, lavorare tutti». Nel frattempo, in attesa di un futuro senza più disoccupazione né stipendio, farsi pagare e anche bene. Il nuovo (para)guru del M5s sui temi del lavoro, il sociologo napoletano Domenico De Masi molto stimato da Casaleggio jr (che l'ha invitato al «Sum 01» dell'Associazione Gianroberto Casaleggio a Ivrea), si è fatto fatturare dai grillini, con i soldi pubblici dei fondi ai gruppi parlamentari, la bellezza di 56.771 euro per una ricerca. Lo mette nero su bianco la deputata Laura Castelli, tesoriera del gruppo M5s alla Camera, nel bilancio 2016 appena pubblicato. Nella parte sulle spese per servizi di studio e ricerca sostenute dai deputati M5s (totale 522mila euro, voce cresciuta del 375% rispetto all'anno prima), viene evidenziato «un importo complessivo di 56.771 euro riguardante, in modo particolare, uno studio-ricerca commissionato al Prof. De Masi ed al suo team sull'evoluzione del lavoro post-industriale tra il 2016 ed il 2025 i cui risultati sono stati ampiamente illustrati in occasione del convegno Lavoro 2015 organizzato dal gruppo parlamentare presso l'aula magna di Palazzo dei Gruppi alla Camera il 18 e 19 gennaio 2017».

Presente ai lavori, oltre ai deputati grillini, anche Beppe Grillo, molto entusiasta della ricerca di De Masi: «Sono quasi commosso, per la prima volta si parla di futuro si eccitò il leader - Siamo davanti ad un grande cambiamento, scomparirà il lavoro da reddito». Insomma, «soldi ben spesi, per la prima volta nella storia italiana un professore universitario ha creato una ricerca sul futuro del mondo del lavoro nei prossimi vent'anni» rivendica l'onorevole M5s Manlio Di Stefano, capogruppo grillino nella commissione Esteri.

E non ci sarebbe niente di strano, se solo De Masi non avesse teorizzato la necessità, per i precari sottopagati e i disoccupati italiani, di «scompaginare la situazione offrendo gratuitamente la propria opera finché non ci sarà una redistribuzione dei carichi di lavoro». Ecco, il professore che suggerisce agli altri di non farsi pagare per trovare lavoro, non ci pensa neppure a offrire gratis il proprio, neppure per un evento istituzionale come un convengo promosso da un gruppo parlamentare.

Al contrario, oltre a farsi retribuire profumatamente, De Masi ci ha ricavato pure due libri («Lavorare gratis, lavorare tutti», e «Lavoro 2025») che riprendono gli stessi temi tirati fuori dalla ricerca, pagata con i fondi pubblici in dote ai grillini. E venduti anche quelli (15 euro circa), mica regalati.

Anche se, ad ascoltare le sue teorie, per creare nuovi lavori «bisogna redistribuire quelli che già esistono, serve che i lavoratori occupati e pagati cedano un po' di lavoro». Dunque, la sua ricerca doveva farla un professore disoccupato, un sociologo senza stipendio, non De Masi a cui il lavoro non è mai mancato.

Negli anni scorsi, collezionista di poltrone all'ombra del Pds-Pd in Regione Campania: assessore, quindi presidente della Fondazione Ravello (nomina politica), poi all'Ente Parco del Cilento, poi un incarico di vertice nel Parco del Gran Sasso. Ora, finita la storia col Pd, è l'ideologo del M5s sul lavoro. A partire dal suo.

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