Premier e vice in giro per spiagge e feste del vino Se Conte ormai guida un «governo balneare»

In barba al rischio multa incombente, i nostri politici girano l'Italia per convegni e comizi

Premier e vice in giro per spiagge e feste del vino Se Conte ormai  guida  un «governo balneare»

A ria di crisi, venti di tempeste finanziarie, temporali estivi provenienti da Bruxelles e in arrivo su Roma. E loro che fanno? Fanno il governo balneare, nel senso letterale, cioè sono in vacanza. Incombe la stangata europea e tu te li immagini chini sulle carte, dentro una stanza fumosa di Palazzo Chigi, con la testa nei dossier, impegnati a salvare le promesse elettorale e, già che ci stanno, i destini del Paese. Macché. Eccoli infatti, in un afoso sabato di giugno, a spasso per l'Italia. Matteo Salvini è in spiaggia, sul lungomare di Recco, per lanciare da un gazebo una campagna di iscrizione alla Lega. «Partecipare alla nostra rivoluzione del buonsenso». Giuseppe Conte invece, reduce dal vertice di Malta dove Macron gli ha detto picche, si fa vedere al forum del vino. «Dobbiamo sostenere l'export alimentando la cultura enologica nella scuola». Domani il premier volerà a Parigi per il salone internazionale dell'aeronautica. E la lettera di risposta all'Unione? C'è tempo, tre o quattro giorni. Tanto, non sa ancora cosa scriverci.

Il primo governo balneare nacque nel 1921, fu guidato dal socialista Ivanoe Bonomi e cadde dopo pochi mesi sotto la spinta del nascente fascismo. Bonomi ci riprovò ventidue anni più tardi, ma anche quella volta riuscì a mala pena a scavalcare l'estate. Da allora in avanti tutti gli altri esecutivi simili sono sempre stati affidati a esponenti della Dc: da Giovanni Leone a Mariano Rumor a Giuseppe Pela. L'ultimo gabinetto estivo della Prima Repubblica quello di Amintore Fanfani, che fu messo al posto di Bettino Craxi con l'unico scopo reale di andare al voto con un Dc a Palazzo Chigi a gestire la macchina elettorale.

Adesso i gialloverdi ne hanno inventato una nuova originale versione, il governo balneare 3.0. Il premier in giro per il mondo e il premier reale, l'uomo forte della maggioranza, sui litorali liguri a curare l'abbronzatura e gli interessi di partito. Forse è meglio così, visto che quando si vedono litigano, o comunque non trovano l'accordo e rimandano la soluzione del problema. È successo mercoledì, durante un vertice economico a Palazzo Chigi sulla eventuale procedura d'infrazione Ue contro l'Italia per debito eccessivo. Ma quando Giovanni Tria ha chiesto di accantonare la flat tax e altre idee di spesa perché servono 30 miliardi e in cassa non c'è più un euro, Salvini ha detto no, si è alzato e se n'è andato a litigare il diretta Facebook con i gabbiani che lo assalivano sul tetto del Viminale.

E a ben vedere, il Conte I, un anno dopo il suo insediamento si è trasformato in un governo balneare vero. La Lega scalpita.

Giancarlo Giorgetti, potente numero due del Carroccio e sottosegretario alla presidenza, sostiene che l'esecutivo ha il 50% della probabilità di cadere tra un mese, appena in tempo per votare in autunno e poi mettere in piedi una Finanziaria, e il 100% di finire la sua corsa entro la prossima primavera. Dunque, se così stanno le cose, perché affannarsi su numeri e tabelle? Perché perdere tempo con le pretese dell'Europa, i capricci dello spread e i timori dei mercati? Meglio andare in spiaggia.

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