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Renzi getta la spugna: metropoli già perse. "Punto al referendum"

Il premier ostenta sicurezza: fallite le spallate di destra e sinistra. E guarda (troppo) lontano

Renzi getta la spugna: metropoli già perse. "Punto al referendum"

Roma - Ieri in Arabia Saudita per inaugurare lo scavo della metropolitana «italiana» di Riad, oggi a Milano per aprire la fase del dopo-Expo ed illustrare i progetti per il futuro dell'area. E anche per iniziare a mettere la testa sul rebus delle elezioni amministrative. Matteo Renzi incassa con soddisfazione, dal deserto arabico, la promozione che arriva dall'Ocse ai conti italiani, e - senza citarli - contrappone i risultati positivi del suo governo alle «polemiche di chi vuol bloccare tutto», a destra con la manifestazione bolognese di Lega e Forza Italia ma anche a sinistra col nuovo partitino di Vendola e Fassina. Il quale già fa sapere, annunciando che potrebbe appoggiare i candidati grillini, che l'obiettivo politico della neonata formazione è uno solo: cercare di far perdere il Pd, per indebolire la leadership renziana e tornare al vecchio centrosinistra ulivista. «Il tentativo da destra e da sinistra di dare una spallata al governo è fallito. Salvini lo aveva proposto come blocco del Paese, parte della sinistra come bocciatura delle riforme. Ma il Paese è ripartito: la doppia spallata non ha funzionato. Andiamo avanti, nell'orizzonte del 2018: lavoriamo per l'Italia», dice il premier. Gli fa eco da Roma il presidente del Pd Matteo Orfini, che liquida insieme destra e sinistra: da una parte vede solo «vecchie glorie incapaci», dall'altra «la sinistra salottiera votata ad essere eternamente minoritaria».

Prima di incontrare il re saudita Salman Bin Abdulaziz al Saud, Renzi ha assistito alla rottura dell'ultimo diaframma della prima stazione della metropolitana che un consorzio italiano sta costruendo nella capitale dell'Arabia Saudita. «Lo sforzo del governo è quello di rimettere l'Italia al suo posto nel mondo - ha detto - e qui oggi ci rendiamo conto di come la qualità italiana, a partire dall'ingegneria, sia considerata punto di riferimento fortissimo. Compito del governo è aiutare le imprese a competere: il nostro paese non deve essere visto solo come un posto dove fare una vacanza ogni tanto».

Prima di ripartire in serata dall'Arabia Saudita, il premier italiano ha fatto sapere di aver sollevato con le autorità locali anche il tema dei diritti umani, e di aver chiesto in particolare un «atto di clemenza» per il blogger Raif Badawi, condannato alla fustigazione, e per il giovane Ali al Nimr, condannato a morte per aver partecipato a una manifestazione della primavera araba. Al rientro in Italia lo attende la partita della legge di Stabilità, e quella - assai più complicata - delle candidature per le amministrative. La minoranza Pd ha aperto le ostilità su entrambi i fronti: in Senato chiede consistenti modifiche sulla questione del tetto all'uso di contante e sull'Imu. Ma difficilmente si spingerà fino a votare contro in commissione, e in aula il problema verrà con ogni probabilità risolto con il voto di fiducia. Mentre a proposito delle elezioni comunali reclama una riunione ad hoc della Direzione Pd. «Il voto nelle grandi città sarà decisivo per il futuro dell'Italia e del Pd, ma non vedo una strategia chiara», denuncia l'ex capogruppo, il bersaniano Roberto Speranza. Da Milano (dove si punta su Sala, che Renzi vedrà, ma c'è da definire l'intesa con Pisapia per non perdere voti a sinistra, e da convincere gli aspiranti candidati Pd a ritirarsi) a Roma, dove la partita è quasi certamente persa, il Pd è in affanno. Renzi lo sa, e sposta l'attenzione sul successivo referendum confermativo sulle riforme: «È lì, e non sulle Amministrative, che mi gioco tutto.

E se lo perdo vado a casa».

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