Sorpresa: il premier sarà titolare dell'azione disciplinare per quel che riguarda i magistrati della Corte dei conti e quelli del Tar e Consiglio di Stato. Un piccola grande rivoluzione carica di suggestioni, se solo si pensa che il nostro presidente del Consiglio ha poteri limitati e non può licenziare nemmeno un ministro. Invece, almeno a leggere l'ennesimo aggiornamento delle linee guida della giustizia disposto dal ministro Andrea Orlando, Renzi o chi per lui potrà mettere in moto il procedimento contro i magistrati contabili e quelli amministrativi. Un passo storico che trova una spiegazione tecnica; le magistrature speciali sono incardinate presso la presidenza del Consiglio, quindi chiamare in causa il capo del governo ha un significato preciso: si stabilisce una simmetria con la figura del guardasigilli nei confronti dei magistrati ordinari.
In via Arenula, dove c'è ancora la mitica scrivania del Guardasigilli Palmiro Togliatti, fanno notare che in realtà per il capitolo magistrature speciali siamo all'anno zero o quasi. Di fatto, finora, la materia era molto evanescente e spesso le contestazioni evaporavano nel nulla. Ora si cambia.
Punto dopo punto, Orlando riempie i dodici capitoli della sua agenda. O almeno ne disegna lo scheletro che tutti possono osservare sul sito del ministero. Nei giorni scorsi è arrivata la riformulazione della responsabilità civile, punto controverso e dolente. Non sarà diretta, come chiedevano alcuni esponenti del centrodestra, ma l'istituto dovrebbe finalmente funzionare. Insomma dovrebbe saltare il tappo che di fatto ha reso in questi anni inapplicabile la norma voluta dai cittadini, per il ripetersi di gravi errori giudiziari. Giusto ieri il ministro ha affrontato un altro tema: quello della revisione della geografia giudiziaria. Si va verso la riduzione delle corti d'appello: da 26 dovrebbero scendere a 20-21, con il sacrificio delle regioni più piccole. Umbria, Marche, Basilicata, Molise, Abruzzo. A rischio anche le sedi staccate di Taranto e Sassari, mentre Bolzano dovrebbe sopravvivere per non turbare equilibri che trovano fondamento nella Costituzione.
Ora ecco l'azione disciplinare per le magistrature speciali. Sul sito del ministero si possono leggere parole molto chiare: «Manca per tali categorie di magistrati una puntuale tipizzazione delle condotte disciplinarmente rilevanti e, soprattutto, il procedimento disciplinare, davanti agli organi di autogoverno, è ancora retto da regole frammentarie e farraginose. La conseguenza - prosegue il ministero - è che i procedimenti disciplinari sono assai poco efficaci, anche perché esposti a continuo rischio di errori procedurali e dunque di annullamento giurisdizionale, imponendosi di costruire un nuovo sistema di regole».
I titolari dell'azione disciplinare saranno dunque tre: il premier, appunto, e poi il presidente aggiunto del Consiglio di Stato e il procuratore generale della Corte dei conti. Dopo Ferragosto, Orlando affronterà un altro tema spinosissimo: quello del Csm. L'azione disciplinare nei confronti dei magistrati ordinari verrà affidata a una sorta di alta corte, probabilmente esterna al Csm. Ma il punto non è ancora chiaro. E poi si studierà un nuovo sistema elettorale per ridurre lo strapotere delle correnti. Questo e altro ancora - intercettazioni e prescrizione- verrà proposto nel giro di pochi giorni.
Il premier ha un timing serrato. «La riforma - fa sapere Matteo Renzi da Reggio Calabria - avrà il suo compimento nel Consiglio dei ministri del 29 agosto». Chissà: forse il muro più alto della società italiana sta per cadere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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