Politica

Prescrizione, governo in tilt. Intesa Pd-5s ma Renzi strappa

Accordo sul lodo Conte bis. Bonafede minaccia: Italia viva si prenda la responsabilità. Lunedì Cdm sul processo penale

Prescrizione, governo in tilt. Intesa Pd-5s ma Renzi strappa

E Conte fece le corna: assediato dai cronisti a Palazzo Madama (dove ieri si trovava per il question time), inseguito fino all'ascensore, l'azzimato premier con pochette si fa scappare il gesto apotropaico quando un giornalista gli chiede se «quello di stasera sarà l'ultimo vertice sulla giustizia». Sottinteso, se la maggioranza abbia trovato la soluzione per uscire dal caos sulla prescrizione.

Ma, alla parola «ultimo», a Giuseppe Conte scatta il riflesso scaramantico di chi vive nell'incubo di dover un giorno sloggiare da Palazzo Chigi: ma come ultimo, «tiè», dice agitando la manina nell'espressivo gesto.

Anche perché lo scontro non pare affatto superato. Al termine del vertice di maggioranza, il Guardasigilli Alfonso Bonafede fa sapere di aver trovato un accordo tra M5s, Pd e Leu (senza l'ok di Iv) sul cosiddetto lodo Conte bis, che potrebbe essere presentato per decreto legge: «Per i condannati in primo grado c'è l'interruzione della prescrizione. Per gli assolti una sospensione breve (due anni, prorogabili di altri 6 mesi)». «Trovato il punto di mediazione più avanzato», spiega il premier Giuseppe Conte. Ma il veto di Matteo Renzi è comunque rimasto: «Restiamo fermi sulle posizioni di tutti gli avvocati e della maggioranza dei magistrati». Italia viva mantiene quindi gli emendamenti Annibali al Milleproroghe sul rinvio, voterà la proposta dell'azzurro Costa a fine febbraio, e annuncia di essere pronta a presentare in Senato una proposta che ripristini le regole precedenti (riforma Orlando): «E lì Bonafede non ha i numeri, senza di noi», è l'avvertimento. «Iv si prenderà le sue responsabilità», la replica di Bonafede che ha anche annunciato per lunedì prossimo «un Cdm straordinario sulla riforma del processo penale, per abbreviarne i tempi». Ma lo scontro è totale: «Il Pd è a rimorchio dei 5s, rende inutile la vittoria in Emilia e diventa populista», attacca Italia Viva. Fonti dem sottolineano come il Pd abbia ottenuto tutto, perché il combinato disposto tra prescrizione e riforma del processo penale è ottimo. «Renziani incomprensibilmente fermi e rigidi», annota il dem Walter Verini; «Se Iv vuol far cadere il governo, poi torna quello dei citofoni», rincara Emanuele Fiano.

Il no renziano si è abbattuto sulla maggioranza proprio nel giorno del vertice che il premier si era deciso a convocare arrendendosi alle pressioni del Pd perché prendesse un'iniziativa, prima del patatrac della maggioranza. «Conte trovi una soluzione se si vuol salvare il governo, altrimenti andremo al rinvio della Bonafede», avvertiva in mattina Zingaretti, prendendosela anche con le provocazioni di Di Maio: «Chiamare la piazza sui vitalizi? Un errore. Il M5s decida cosa vuole fare».

E infatti il vertice è slittato fino a tarda sera, mentre la tensione tornava a risalire e i grillini minacciavano di far saltare tutto. Sul tavolo, l'ipotesi di stemperare la riforma. Obiettivi: salvare la faccia al Guardasigilli Bonafede, costretto comunque ad ingoiare una sconfessione della sua «riforma»; e impedire a Renzi di cantare vittoria incassando il rinvio della norma grillina. Una sconfessione inaccettabile, per l'ex dj Fofò, inopinatamente finito al ministero della Giustizia: e infatti Bonafede si è asserragliato a Via Arenula, attaccandosi al telefono per cercare una via d'uscita più possibile indolore. Qualcuno fa trapelare che, sull'onda emotiva, avrebbe anche minacciato le dimissioni. Il ministro (memore della lezione dello sfortunato Fioramonti) si è precipitato a smentire: «Mai parlato di dimissioni», siamo mica matti: e se poi le accettassero? I vari azzeccagarbugli di maggioranza hanno lavorato attorno a varie ipotesi, fino all'intesa sul lodo Conte bis.

I renziani però non ci stanno e rilanciano.

Commenti