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Prescrizione, il Pd cede e il M5s va all'incasso Rinvio intercettazioni

La riforma Bonafede entrerà in vigore I dem: «Ma chiederemo miglioramenti»

Prescrizione, il Pd cede e il M5s va all'incasso Rinvio intercettazioni

Tanto tuonò che non piovve: anche su un tema cruciale come la giustizia il Partito democratico - proprio come fece la Lega nel precedente governo, votando la controriforma Bonafede - si acconcia a lasciar avanzare la deriva giustizialista e manettara dei Cinque Stelle.

Il vertice di maggioranza, convocato ieri sera a Palazzo Chigi, ha sancito l'ennesimo rinvio della riforma (risalente ai governi Pd, Guardasigilli Orlando) sulle intercettazioni, che non piace ai grillini a causa del freno sia pur minimo che imporrebbe alla libera diffusione di telefonate private senza alcun interesse giudiziario. «Nel milleproroghe sarà inserito un rinvio della norma sulle intercettazioni - ha detto il ministro Bonafede - Ma c'è un accordo di massima». Mentre la legge Bonafede su quello che è stato ribattezzato «ergastolo processuale», ossia la abolizione della prescrizione, entrerà serenamente in vigore a gennaio, nonostante siano moltissimi anche i magistrati che ne hanno denunciato i rischi. In cambio di vaghe promesse di intervento sui tempi del processo penale. Sempre Bonafde: «La nuova prescrizione entrerà in vigore il primo gennaio e il 7 gennaio ci sarà un nuovo vertice di maggioranza sulla durata ragionevole dei processi».

Del resto, spiega il neo-responsabile giustizia del Pd Walter Verini, «non si può far cadere il governo sulla riforma della prescrizione, per poi ritrovarsi con una maggioranza di destra ancor meno garantista». In ogni caso, promette, «il Pd chiederà a Conte e al governo un impegno nero su bianco per rendere ininfluenti gli effetti perversi e anticostituzionali della abolizione della prescrizione, e deciderà nei prossimi giorni se presentare una sua proposta di legge per avanzare dei correttivi».

Peccato, sottolinea dall'opposizione l'azzurro Enrico Costa, che da settimane si batte strenuamente per impedire lo scempio giuridico dell'anti-prescrizione, che «una proposta di legge sia acqua fresca. Dunque, non andrà da nessuna parte: è solo una sorta di foglia di fico per mimetizzare il cedimento ai pentastellati». Nel frattempo i grillini, con l'avallo del Pd, hanno con un blitz in commissione Giustizia dilatato fino all'8 gennaio il termine per la presentazione di emendamenti alla pdl Costa, che cancellerebbe la legge Bonafede sulla prescrizione. «Si tratta di un ostruzionismo di maggioranza, visto che sette giorni prima la riforma della prescrizione entrerà in vigore», denuncia Costa.

Il vertice di ieri, presente il presidente del Consiglio a fianco del ministro della Giustizia, serviva semplicemente a decidere il rinvio dell'entrata in vigore della riforma Orlando sulle intercettazioni, che verrà inserito nel Milleproroghe. C'erano anche i sottosegretari Andrea Giorgis (Pd) e Vittorio Ferraresi (M5S), Walter Verini (Pd), Pietro Grasso (Leu) e Maria Elena Boschi di Italia viva, il partito che più accesamente si è battuto per frenare il taglio della prescrizione.

A tener duro contro l'entrata in vigore della prescrizione sono i renziani, che dicono «se si posso congelare le intercettazioni, perché non fare la stessa cosa per la prescrizione?».

La «proroga» finirà, insieme a tante altre nel famoso decreto Milleproroghe di fine anno. Che avrebbe dovuto essere oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri, ma naturalmente anche il Cdm verrà con ogni probabilità rinviato per contrasti sulle norme da inserire e ritardi nella messa a punto. Di rinvio in rinvio, il governo galleggia.

L'unica cosa che non può essere rinviata è l'arretramento delle garanzie per i cittadini.

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