Il presidente non era al verde, al contrario: il fatto è che non la usa mai. Perché non ne ha bisogno...

Di sicuro Obama si è guadagnato qualche sorriso. La sua storiella sulla carta di credito rifiutata è di quelle che piacciono ai comuni mortali, al popolo dello stipendio che quando vede la cassiera passare veloce la carta nella macchinetta del Pos prova sempre qualche brivido: non sia mai che l'abbiano bloccata.

A Obama l'hanno, effettivamente, bloccata. Gli è successo a New York, nei giorni in cui era in corso l'Assemblea generale dell'Onu: è andato a cena fuori con Michelle e ha voluto offrire di tasca sua. Però la cameriera è tornata indietro con la carta e gli ha spiegato che ecco, insomma, non funzionava, la transazione era stata respinta il che, come tutti sappiamo (esce anche la scritta sullo scontrino, in stampatello), può succedere, ma chi si aspetta che succeda al presidente degli Stati Uniti?

Obama se l'è cavata. «Fortunatamente Michelle aveva le sue carte», cioè ha pagato la first lady e quindi in ogni caso il debito è stato saldato, è l'America, il paese dove anche il presidente deve pagare il conto al ristorante. Però come tutti quelli nell'imbarazzo della situazione, ha argomentato: «Ho cercato di spiegare alla cameriera, sa, credo veramente di avere pagato tutti i miei conti...». E chi metterebbe in dubbio. Anzi il dubbio sorge al contrario: come è possibile che la carta di Obama sia stata rifiutata? La spiegazione ha due facce: una positiva per il presidente, l'altra che invece toglie all'episodio la sua patina di autocompiacimento e di egualitarismo.

L'aspetto positivo è che i controlli ci sono. La carta di credito è stata bloccata perché il presidente non la usa quasi mai e quindi, di fronte a una spesa significativa, il sistema è intervenuto automaticamente, come se si trattasse di una frode potenziale. Obama ha raccontato l'accaduto perché stava firmando una norma sull'uso del chip nelle carte, che dovrebbe ridurre i furti di identità. Voleva rassicurare i suoi concittadini. Anche lui ha pensato di avere subito una truffa, ma in realtà è solo che la sua carta soffre - al contrario della maggior parte dei casi - di un uso troppo limitato, e non perché Obama sia al verde. Bensì per il motivo opposto.

Il racconto è divertente, ma non populista quanto vorrebbe fare intendere: la verità è che a Obama la carta di credito non serve. E infatti di solito non la usa. Il presidente degli Stati Uniti appartiene a quella cerchia relativamente ristretta di persone che non devono preoccuparsi di pagare il conto - al ristorante, nei negozi, in albergo, dal fiorista. Non deve occuparsene direttamente, materialmente: c'è chi lo fa per lui. Chi esibisce tante carte di credito come segno di potere, se ne faccia una ragione: non conta davvero, se gira con il portafoglio. E invece il presidente americano è un po' come la Regina d'Inghilterra: per protocollo, Sua Maestà non porta mai soldi in borsetta. E così Obama non tira mai fuori la sua carta.

Al limite tocca a Michelle, che non si sa che cosa abbia provato, in quel ristorante: soddisfazione per avere risolto il problema, o delusione per avere avuto la prova che lei, in realtà, è una persona come le altre, di quelle che usano il bancomat. E che probabilmente ogni tanto deve anche allungare qualche contante a Barack, quando il marito va a farsi fotografare mentre mangia l'hamburger al fast food: il massimo dello snobismo.

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