Politica

Pressing Dibba-Travaglio. Conte adesso sfida il Pd

Dal salario minimo alla giustizia, l'ex premier prova a compattare i 5s e rinegoziare l'alleanza

Pressing Dibba-Travaglio. Conte adesso sfida il Pd

«Cosa vuole fare Conte?», «Dove vuole andare Conte?» Sono queste le domande che assillano i parlamentari mentre leggono le agenzie con le ultime dichiarazioni del leader del M5s. Parole, quelle di Giuseppe Conte, che segnano un cambio di passo nel rapporto con il Pd. Per la prima volta l'avvocato si esibisce in un controcanto nei confronti di Enrico Letta, al quale spetta la paternità dell'espressione «campo largo», utilizzata per definire la coalizione di centrosinistra. Conte rifiuta proprio questo marchio: «Per me è una definizione astratta. Se significa politiche per i cittadini annacquate, io in questo campo largo non ci entro». Il Movimento riparte da salario minimo e giustizia. «A me interessa parlare di salario minimo, a me interessa sapere chi firmerà questo disegno di legge», continua Conte. E poi c'è la giustizia. Tema che ha diviso i giallorossi nel voto di martedì al Senato sul conflitto di attribuzioni sollevato da Matteo Renzi contro i pm del caso Open. Il Pd ha votato a favore di Renzi, il M5s contro. Conte va all'attacco: «I politici hanno dei percorsi preferenziali? Che cosa fanno? Sollevano un conflitto di attribuzione? Dicono che i pm hanno violato una Costituzione? Se questo è il campo largo, non ci interessa».

La sfida di Conte a Letta fa fiorire i retropensieri. La maggioranza dei 230 parlamentari del M5s teme ogni fuga in avanti verso l'instabilità di governo. Torna, ciclico, il sospetto della tentazione contiana di sabotare Mario Draghi. «Su suggerimento di Travaglio vuole riprendersi Di Battista, ormai ha rotto con il Pd», infilza l'ex premier un eletto. E Conte sembra essersi convinto ad andare al voto l'anno prossimo con un M5s autonomo e arrembante, con Alessandro Di Battista in prima linea e magari con il proporzionale.

L'avvocato di Volturara duella anche con il Tribunale di Napoli e indice per il 10 e 11 marzo su SkyVote una votazione per confermare lo Statuto congelato dai giudici. Gli iscritti ratificheranno le modifiche per l'ingresso nel registro dei partiti politici per percepire il 2x1000 e rivoteranno lo Statuto sospeso. La convocazione dell'assemblea è firmata da Vito Crimi (membro anziano del Comitato di Garanzia), dalla vicepresidente vicaria Paola Taverna e da Conte stesso. Beppe Grillo si tiene fuori. Secondo chi gli ha parlato, il Garante è molto scettico sulla ripetizione della votazione ed è convinto che ci saranno ricorsi. Martedì - informa l'Adnkronos - Davide Casaleggio, a Roma per la presentazione del libro «lady Rousseau» della compagna e socia di Rousseau Enrica Sabatini, ha incontrato al Senato alcuni eletti, tra cui la capogruppo Mariolina Castellone. «Siamo andati tutti in tilt», conferma al Giornale un senatore. Enrica Sabatini attacca Conte: «Da avvocato del popolo rischia di diventare imputato del popolo, prende questa decisione nella piena consapevolezza di non aver alcuna competenza per indire questo voto». E qui arriva l'altro sospetto che comincia a circolare tra i pentastellati, ovvero che Conte stia forzando la mano di proposito per cercare l'incidente e creare un partito personale.

E Di Battista farebbe parte del progetto.

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