Che cosa accadrà a medici e infermieri quando l'emergenza sanitaria sarà finita o comunque quando si entrerà pienamente nella fase due per ripartire? Il tema non è di poco conto, perché se in questi mesi è prevalsa la stima per l'eroismo dimostrato in corsia dal personale sanitario, già adesso con le inchieste nelle residenze sanitarie assistenziali il consenso unanime si sta infrangendo sulla ricerca delle responsabilità e nei prossimi mesi l'eco delle inchieste, sia giudiziarie che parlamentari, rischia di diventare ancora più forte.
È sulla base di queste riflessioni che Italia viva è tornata in pressing sul governo per l'approvazione di uno scudo totale per chi ha lavorato in prima linea, in grado di tutelare il personale sanitario da ogni genere di responsabilità.
«Chiediamo una copertura penale, civile e erariale con retroattività per tutto il personale sanitario che ha operato nei reparti Covid, da inserire nella lettura del Cura Italia che è alla Camera e che passerà al Senato per il voto definitivo. Non tradiamoli» dice Davide Faraone, presidente dei senatori renziani. Aggiunge: «Se non si tratta di errore ma di dolo è evidente che siamo tutti decisi a non coprirlo e stiamo cercando la formulazione migliore». Quanto ai tempi, nella seconda ipotesi, e cioè che il problema sia risolto più avanti, Faraone è convinto che «rischia di diventare una sanatoria invece che uno scudo ed è importante che lo Stato garantisca e tuteli le professioni sanitarie per il lavoro svolto in questa fase e per evitare il processo a coloro che abbiamo chiamato eroi e che hanno agito in condizioni disperate per affrontare un virus sconosciuto».
Secondo gli ultimi dati dell'Istituto superiore di sanità, in continuo aggiornamento, sono 16.129 gli operatori sanitari contagiati, tra i quali 131 medici e 34 infermieri morti. In queste ore si riunisce il tavolo del governo con i rappresentanti delle professioni tanto colpite. Iv e Cinque stelle, già in passato avevano spinto per lo scudo ai medici. Il Pd (come la Lega) aveva chiesto di estendere la protezione anche ai dirigenti sanitari e ciò, sollevando le proteste dei medici, aveva portato ad accantonare il tema e ad approvare un ordine del giorno che dava mandato al governo di predisporre un testo per affrontare la questione.
«Il rischio è che coloro che abbiamo chiamato eroi entrino in un cono d'ombra man mano che ci si allontana dall'emergenza, diventando oggetto di possibili cause - insiste Faraone -. Ci segnalano casi di avvocati che cercano clienti con cui lucrare mentre siamo in piena crisi. Chiunque era impreparato. Se gli errori del governo, delle regioni e dei comuni sono in parte giustificabili, a maggior ragione quelli dei medici che si sono buttati con coraggio in tutte le situazioni, senza mascherine, con i sacchi della spazzatura, stremati dalla stanchezza, prendendo decisioni nel caos».
Il presidente dei senatori di Iv è possibilista rispetto all'ipotesi che lo scudo sia esteso a altre professioni e non
solo a medici e infermieri: «È un tema sempre più stringente e di difficilissima soluzione è se comprendere i medici o anche le altre professioni che hanno operato nell'emergenza, e quale tipo di protezione garantire loro».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.