Prezzi delle case congelati ma c'è chi vuole altre tasse

Bankitalia: l'immobiliare soffre ancora la crisi La sinistra insiste: «Patrimoniale sui proprietari»

Prezzi delle case congelati ma c'è chi vuole altre tasse

L'immobiliare è ancora in crisi. Persino gli agenti immobiliari, che avrebbero tutto l'interesse a dire che il mercato è ripresa, sono costretti ad ammettere che i prezzi sono ancora congelati, come ha certificato ieri Bankitalia. Eppure a sinistra c'è chi ancora fa la campagna elettorale con slogan da fine anni Settanta.

«Nel nostro Paese ci sono troppe persone senza casa e troppi appartamenti sfitti, mentre la rendita moltiplica i suoi profitti», ha spiegato ieri Enrico Rossi, presidente della regione Toscana ed esponente di Liberi e Uguali. Il leader Pietro Grasso ieri era a Londra a incontrare Jeremy Corbin, guida dei laburisti e ha avuto il tempo di spiegare che bisogna «rendere meno conveniente tenere gli immobili sfitti». LeU punta a una patrimoniale, che colpirebbe inevitabilmente il mattone. Facile immaginare che, in caso di un governo di coalizione Pd LeU, le ragioni dei conti e quelle politiche finirebbero per danneggiare di nuovo i proprietari di casa.

La tentazione non è mai morta a sinistra. A realizzare il sogno di una maxi patrimoniale fu Mario Monti quando era premier e non riusciva a tagliare la spesa pubblica. Il conto da 22 miliardi in più all'anno è stato solo parzialmente alleviato dal governo Renzi. Il mercato immobiliare italiano, unico caso in tutto l'occidente, continua a soffrire gli effetti sommati di tutte le crisi degli ultimi anni: quella dei conti pubblici, delle banche e dell'economia reale.

Bankitalia ha diffuso i risultati relativi al quarto trimestre 2017 di un sondaggio congiunturale tra le agenzie immobiliari. Non una elaborazione dei dati delle compravendite, ma la voce di una categoria che opera in un contesto di mercato difficilissimo.

Tra le conclusioni del sondaggio, il fatto che «il divario tra prezzi offerti e domandati resta la principale causa di cessazione dell'incarico; la quota di chi attribuisce il motivo della cessazione a richieste ritenute eccessivamente elevate dai potenziali acquirenti è fortemente aumentata (al 53,2 per cento dal 37,8 in ottobre), mentre quella che individua la ragione della cessazione in proposte di acquisto a prezzi ritenuti troppo bassi dal venditore è salita in misura molto inferiore (al 48,7 per cento da 46,7)».

In altre parole, spesso chi cerca casa si ferma perché i prezzi sono troppo alti. Per contro, cala il numero di proprietari di immobili che rinuncia a vendere perché l'offerta è troppo alta. Si vede sottocosto, insomma.

«È l'ennesima conferma della situazione di crisi che attraversa il mercato immobiliare e che rende l'Italia una eccezione rispetto a un contesto europeo dove il clima è cambiato da tempo, come testimoniano ogni tre mesi i dati Eurostat», ha commentato Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia.

L'immobiliare è entrato nei programmi elettorali dei partiti. Oltre alla sinistra, con la patrimoniale, Forza Italia ha recepito le proposte dei proprietari. Nel programma gli azzurri si impegnano, tra le altre cose, a ridurre il carico fiscale, tornando al livello pre-Monti, azzeramento dell'Imu e Tasi sulla prima casa. Poi cedolare secca per gli immobili non abitativi e la stabilizzazione di quella al 10% sugli affitti abitativi a canone agevolato (contratti 3+2).

Poi la liberalizzazione dei contratti di locazione di immobili non abitativi (negozi, uffici), ingessati da una legislazione vincolistica risalente a 40 anni fa. Il contrario delle proposte che emergono dai leader di LeU.

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