La sola idea che ci possa essere una chiusura generale dell'Italia durante le feste natalizie è angosciante. Adesso abbiamo capito cosa significhi questa chiusura: nei mesi trascorsi, l'abbiamo subita e patita. Ci viene detto che il periodo è breve, si deve fare un sacrificio per evitare il peggio nei mesi a venire. Ma si sottovaluta il valore simbolico delle festività natalizie: credo che se ci sarà quella chiusura pagheremo un prezzo psicologico altissimo, fatto di incertezze, paure, solitudini, e poco o niente varrà l'idea che il sacrificio di restarcene chiusi in casa ci consentirà di vivere domani con maggior sicurezza per la nostra salute.
I danni economici di quella paventata chiusura non sono io in grado di quantificarli, anche se immagino saranno molto alti; ma mai quei danni si equivarranno a quelli che soffriranno le persone nella loro testa, nella loro anima. Certo, se mi si dice che si dovrà rinunciare al viaggio alle Maldive, posso anche alzare le spalle, pensando che chi ha un minimo d'intelligenza se ne farà una ragione. Ma se si riflette su cosa significhi per la stragrande maggioranza dei nostri concittadini la ritualità del Natale, la situazione è del tutto diversa.
Il Natale è una condivisione di amicizie e di solidarietà. Una festa che rappresenta la testimonianza più semplice di affetti non trascurabili; parenti molto prossimi che finalmente si programma di andare a trovare; la solitudine cancellata di chi aspetta questa occasione festiva per trovare quelle presenze che aiuteranno a vivere, nel ricordo, quando si tornerà ad essere soli.
La ritualità dei giorni di Natale sono, più di ogni altra ritualità dei nostri tempi, una bella trasfusione d'amore in tutti noi, anche grazie al tanto deprecato consumismo che ci porta a fare acquisti: cioè regali, cioè prove d'affetto, d'amore. Si cerchi adesso di pensare cosa significhi la distruzione per legge di questa ritualità: una devastazione psicologica, patita soprattutto dagli anziani e dai bambini. Ci si preoccupa della salute del corpo, molto poco della salute della mente: credo che non si siano ancora valutate a sufficienza le sofferenze psicologiche subite da anziani e bambini durante la chiusura dell'Italia nei mesi passati: vorrei che il legislatore provasse a immaginare cosa rappresenti nel sentimento pubblico la chiusura dell'Italia durante il Natale.
Sento già alzarsi la voce delle sirene moraliste che plauderanno a un Natale senza il malefico consumismo, senza lo shopping, senza programmi di vacanze.
Sono le stesse voci che s'incantavano difronte alle città deserte, finalmente a loro parere belle. Ma per favore! Cosa c'era di bello! Città morte, città senza la bellezza della vita tumultuosa, incasinata, sgangherata ma vita. Se ci sarà a Natale il lockdown , prepariamoci a una devastante malattia dell'anima.
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