Il candidato renziano, in pole position per le primarie di Roma, ci ride su: «Avete visto? In giro per Roma tutti mi chiedono solo di Denis Verdini: mi appoggia o non mi appoggia?», ironizza Roberto Giachetti.Il presidente Pd Matteo Orfini, commissario romano dai tempi dell'esplosione di Mafia Capitale, la prende meno bene: «Le nostre primarie sono di centrosinistra e sono off limits per i verdiniani», taglia corto, «continuare questa discussione non ha senso». Eppure la discussione continua, anche perché l'uomo nero Verdini è l'unica carta che la minoranza anti-renziana del Pd può agitare per tentare di indebolire il premier e i suoi candidati nella corsa verso le Comunali. Tant'è che anche il candidato sindaco di Milano Giuseppe Sala si è sentito in dovere di stoppare la polemica: «Verdini è un furbacchione che cerca di stare dalla parte elettoralmente più forte. Ma la mia coalizione è blindata, e non ci saranno sorprese». Del resto, ricorda un esponente renziano, «la polemica sui verdiniani è del tutto pretestuosa: non hanno alcuna militanza organizzata da far eventualmente partecipare alle primarie. E Bersani & Co. farebbero meglio a ricordare che con Verdini loro ci hanno fatto due governi, Monti e Letta. E che alle primarie del centrosinistra hanno partecipato, senza che nessuno si scandalizzasse, personaggi come Mastella, Adinolfi o Pecoraro Scanio...».Si vota domani a Roma, e anche a Napoli e in altre città d'Italia, per scegliere il candidato sindaco del Pd nella difficile partita delle comunali di giugno. E il caso Verdini non è la questione in cima ai pensieri dei contendenti (contro Giachetti c'è Roberto Morassut, sostenuto dal vecchio gruppo di potere del Pd romano). A Roma la prima preoccupazione è per l'affluenza: nelle primarie 2013, vinte da Ignazio Marino, votarono (secondo le cifre ufficiali, sia pur assai gonfiate dall'apparato) in 100mila. Una pietra di paragone che inevitabilmente produrrà polemiche, visto che stavolta - dopo le figuracce del Pd romano in questi anni e il disastro di quell'amministrazione - se ne aspettano molte meno. Oltretutto su Roma è previsto il diluvio: «Stiamo facendo la danza del sole, l'unica preoccupazione vera è il maltempo», dice Orfini. Intanto il segretario di Radicali italiani, l'ex consigliere Riccardo Magi, si scaglia a sorpresa contro Giachetti (sostenuto invece da Marco Pannella e dal grosso dei suoi), reo di non appoggiare il suo referendum anti-Olimpiadi. Ma il suo obiettivo, spiegano i maligni, sarebbe quello di farsi assicurare una candidatura dall'aspirante sindaco dell'estrema sinistra, Stefano Fassina. Il quale però non è ben visto da Sel, che dovrebbe sostenerlo, e dopo le primarie se la dovrà vedere col piano che, secondo i ben informati, Massimo D'Alema continua a coltivare: candidare l'ex ministro di Letta Massimo Bray, per raccogliere la sinistra antirenziana e far perdere il Pd. Piano ostacolato però da Giuliano Amato, altro mentore dell'attuale direttore della Treccani, che non apprezza un'operazione così smaccatamente anti-premier.
A Napoli lo sperimentato Antonio Bassolino se la vedrà con Valeria Valente, appoggiata da renziani e Giovani turchi. Mentre a Trieste lo scontro è tutto in area renziana: il senatore Francesco Russo è riuscito ad imporre le primarie, sfidando il sindaco uscente Cosolini, appoggiato da Ettore Rosato e Debora Serracchiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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