Forza Italia lavora per la riscossa elettorale e sonda il guru della strategia politica di David Cameron, Lynton Crosby. Il primo incontro è avvenuto ieri, con un paio di berlusconiani doc in missione per un preliminare carotaggio al fine di capire se ci siano margini di collaborazione per le prossime elezioni amministrative.Crosby, australiano, classe 1957, è considerato da tutti un fuoriclasse della comunicazione politica e delle strategie elettorali. I suoi soprannomi parlano da sé: «rottweiler», «mago», «José Mourinho della strategia politica». Note le sue simpatie per i conservatori e celebri i suoi successi: nel 2001, proprio lui fu decisivo nella campagna elettorale che portò alla riconferma del conservatore John Howard come primo ministro in Australia; con la questione dell'immigrazione illegale al centro del dibattito, Crosby avrebbe coniato lo slogan più usato negli ultimi giorni di dibattiti televisivi da Howard: «Decideremo noi chi arriva in questo Paese e in quali circostanze». Non solo: la vera impresa la compie in Inghilterra quando si mette al lavoro per i Tory di Cameron. Quando arriva Crosby i conservatori sono dati 12 punti indietro ai laburisti; al termine del suo lavoro, invece, sono avanti di sei e conquistano la maggioranza assoluta dei seggi. Stesso successo anni prima quando, grazie al guru australiano, il sindaco di Londra Boris Johnson mise a segno una mirabolante rimonta e, ovvio, divenne primo cittadino della capitale britannica.Non c'è nulla di definito nell'eventuale collaborazione tra Berlusconi e Crosby ma un primo contatto è avvenuto ieri a Roma e gli azzurri «in missione» lo rivedranno ai primi di gennaio.
Crosby per ora ha preso appunti; s'è informato sul tipo di legge elettorale in vigore e sulle norme vigenti in materia di spese elettorali parlando anche di fundraising. Un aspetto, quest'ultimo, di fondamentale importanza perché costituisce la vitamina aggiuntiva al motore delle campagne elettorali. Poi, il fuoriclasse delle strategie elettorali s'è informato sullo stato di salute della coalizione di centrodestra e ha chiesto di Milano, città che conosce bene perché la sua società, la Crosby Textor Group, ha una sede anche lì oltre che a Londra, Sydney, Canberra e Dubai. Tuttavia è prematuro, oggi, sapere se la collaborazione Berlusconi-Crosby ci sarà o meno.Il Cavaliere, che trascorre il suo tradizionale lunedì con famiglia e amici, in ogni caso non preme sull'acceleratore delle candidature e attende i prossimi incontri con i leader dei partiti alleati, Meloni e Salvini. Sul fronte meneghino, poi, arriva la conferma della indisponibilità alla candidatura di Paolo Del Debbio: «Non mi candido di sicuro a sindaco di Milano, l'ho detto in tutti i modi e lo ripeto: non ci penso proprio» dice il diretto interessato; che poi racconta: «Si dice che il centrodestra sia in pressing su di me ma il bello è che a me, in realtà, non mi chiama nessuno. Lo dicono tutti ai giornali ma a me non m'ha mai chiamato nessuno. Lo ha fatto una volta Salvini a cui ho risposto no grazie. Berlusconi? Non lo sento da un anno».
In ogni caso il Cavaliere sembra non farsene un cruccio convinto com'è che, prima o poi, la «quadra» si troverà non soltanto a Milano ma anche a Roma, Bologna, Torino e Napoli. L'obiettivo: dare un avviso di sfratto al governo Renzi che «non solo non è mai stato eletto ma non governa e va avanti a slogan».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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