Il principe di riserva seduto in terza fila sognando California

Il secondogenito di Carlo è apparso svagato forse col pensiero alla famiglia negli States

Il principe di riserva seduto in terza fila sognando California

La riserva si è seduta in terza fila. Di fianco ha trovato il marito della principessa Beatrice, Edo Mapelli Mozzi, con lui il marito della principessa Eugenia, Jack Brooksbank. Dall'altra parte, la principessa Alexandra, di anni ottantasei, cugina della regina Elisabetta. Un classico quadro di una famiglia che fu, per lui. Vestito di scuro ordinanza, quattro medaglie al taschino, una croce d'argento al collo, l'espressione incerta, Harry ha così atteso, con fastidio trattenuto, che arrivasse il padre e la lunga cerimonia prendesse finalmente avvio, tra sbadigli infantili e ceroni museali.

Lui aveva, però, la testa occupata altrove. A casa, direi California non proprio alla periferia di Londra, lo aspettavano sua moglie con la torta per il quarto compleanno di baby Archie. Harry The Spare, il principe riserva, in esilio volontario, ha risposto alla chiamata di corte ma, smaltito il lungo officio religioso, ha salutato parenti, non tutti, dopo aver informato di non essere affatto interessato a sedersi alla lunga tavolata per il pranzo di corte. Si è infilato a bordo di una Bmw elettrica e, scortato dalla polizia, ha raggiunto l'aeroporto per il viaggio di ritorno verso il party di famiglia, meno istituzionale ma più allegro, senza ermellini e corone, con la presenza, fra le altre, di Oprah Winfrey e Serena Williams, accolte, nella dimora con parco di sette ettari, da Doria Ragland madre di Meghan, felice di essere rimasta a distanza dal Wax Museum londinese. Giornata di protocollo, doverosa per ragioni di dinastia ma inutile per il ruolo che ormai il secondo figlio del re ha scelto di interpretare. Una fugace apparizione, non altro, nessuna fotografia insieme con il fratello e il padre, giammai con la regina consorte che ha ricevuto e indossato la corona che sarebbe stata di «mum» Diana ed è stato ancora più evidente il disagio, se non la rabbia dolorosa e nascosta di Harry al solo pensiero di una storia che avrebbe dovuto essere diversa.

Mentre il re e la moglie si affacciavano al balcone di Buckhingham, Harry aveva ormai raggiunto Heathrow, nella Vip Windsor Suite, al terminal 5, in attesa del decollo per Los Angeles.

Strano sabato da principe, nell'ombra pesante di due donne, la madre Diana, la nonna Elisabetta, lui ridotto a semplice e silenzioso ospite di suo padre, lontano dai festeggiamenti, invisibile nella processione dall'abbazia al palazzo, assente in quella sfilata sulla terrazza di Buckingham, passato, presente e futuro dei Windsor, tutti meno due, il nipote prediletto di Elisabetta II, evitato, cancellato come Andrea, suo zio, colpevole di altri peccati, nessun ramo d'ulivo, semmai la cinica indifferenza e l'ipocrisia regale di chi ha dimenticato il proprio grande tradimento.

Harry The Spare avrà un solo grande ricordo di questo sei maggio del ventitré: le quattro candeline sulla torta di Archie, mentre a Londra le mille candele di Buckingham festeggiavano suo padre, nuovo re d'Inghilterra.

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