Le priorità a destra: migranti, sicurezza e governo di unità

Appelli alla calma in vista delle marce di oggi. Il tribunale "salva" Ciotti espulso

Le priorità a destra: migranti, sicurezza e governo di unità
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Mobilitati 21mila poliziotti e gendarmi in vista delle oltre 150 manifestazioni contro l'estrema destra previste per oggi e domani in tutta la Francia, dove sono attese circa 350mila persone. Marine Le Pen promette di evitare divisioni nel caso arrivasse al governo con le elezioni legislative anticipate del 30 giugno e del 7 luglio. «Se vinceremo, faremo un governo di unità nazionale», annuncia durante la visita a un mercato di Hénin-Beaumont, nel Pas-de-Calais che l'ha rieletta deputata appena due anni fa. Ma la piazza spaventa servizi segreti e istituzioni. Un appello a tutti i partiti, perché invitino alla pacificazione, è stato lanciato dal presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella, in vista di un fine settimana foriero di insidie, a causa di marce a cui potrebbero unirsi casseur e black-bloc, come nelle ultime violente proteste contro la riforma delle pensioni. «La democrazia non può essere contestata fino al punto di rifiutare i risultati delle urne», ha spiegato Bardella.

L'avversario dell'ultradestra, a due settimane dal voto, non è nemmeno più il partito Renaissance del presidente Emmanuel Macron, ma il nuovo «fronte popolare» (Nfp) «un pericolo molto grande: un'estrema sinistra radicale e violenta composta da persone che hanno idee inammissibili», sottolinea Marine Le Pen. «C'è il pericolo - avverte ancora la dame dell'ultradestra - che domani tocchi a Jean Luc Mélenchon essere primo ministro». Un timore supportato dall'ultimo sondaggio Bfmtv, che dà l'ultraguache a un passo da Rn, la prima al 28%, il secondo al 31%, ben distanti dal 18% di Renaissance e dal 6.5 dei Républicains al primo turno. Le alleanze al ballottaggio faranno la differenza, ma le due ali più estreme della politica francese non erano mai arrivate così vicine al potere come in questa tornata elettorale.

Il 28enne Bardella, candidato a diventare il più giovane primo ministro di Francia, sfodera dalla Loira Atlantica, dove ha avviato ieri la sua campagna per le legislative, le priorità del suo eventuale futuro governo: immigrazione e sicurezza. «Nei primi giorni farei votare una legge per ridurre al minimo i flussi» migratori - ha annunciato - insieme all'intenzione di «eliminare lo ius soli», che Macron ha già fortemente limitato, e si augura di arrivare a espulsioni più facili e veloci «contro gli stranieri che commettono crimini» sul suolo francese. Bardella è fiducioso dopo lo strappo che si è consumato a destra, l'annuncio cioè del leader dei Républicains, Eric Ciotti, di alleare i neogollisti con Rn. «In 70 collegi ci sarà un candidato comune del Rassemblement national-Les Républicains» spiega Bardella, mentre Marine accusa i Repubblicani anti-Ciotti di allearsi di nascosto con i macronisti. Nel centrodestra, intanto, prosegue con nuovi colpi di scena la faida fra Ciotti e l'ufficio politico dei Repubblicani, che ha confermato con un nuovo voto la sua espulsione.

A fine giornata, il tribunale di Parigi a cui il presidente si è rivolto, considerando «illegale» la sua cacciata, gli ha dato ragione e ha ordinato la sospensione della sua doppia esclusione. Una vittoria per lui e per Rn. Ormai anche Bardella conferma: l'«avversario principale» è l'ultrasinistra.

GaCe

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