Una privatizzazione a carico dei cittadini

A quanto pare, la vicenda del Monte dei Paschi di Siena sta per giungere a una conclusione e, in qualche modo, si tratterà di una (parziale) privatizzazione

Una privatizzazione a carico dei cittadini

A quanto pare, la vicenda del Monte dei Paschi di Siena sta per giungere a una conclusione e, in qualche modo, si tratterà di una (parziale) privatizzazione. Mentre solo pochi giorni fa gli stress test dell'Eba avevano collocato questa banca in fondo alla classifica dei 50 istituti di credito europei esaminati, ormai sembra che Unicredit possa acquisire Mps, ma soltanto in virtù del fatto che i crediti deteriorati resteranno in mano al Tesoro. Per un liberale, una privatizzazione è sempre un fatto positivo, dato che un'economia di mercato si regge su privati che interagiscono liberamente, contando sui profitti delle loro attività e, in caso d'insuccesso, sopportando le perdite. Quando lo Stato rinuncia a un pezzo del sistema economico, è difficile esprimere contrarietà, ma è pur vero che l'intreccio tra pubblico e privato è tale che simile schema generale non sempre funziona. La rinuncia del Tesoro al controllo, d'altra parte, non è stata dettata da una svolta culturale, ma solo da decenni di cattiva politica aziendale. Siena è stata a lungo controllata da Mps, che è servita alla sinistra per comprare il consenso. Il fallimento gestionale è stato la conseguenza di ciò e ora la cessione appare la sola strada percorribile. Va aggiunto che quando sono i ministri o gli assessori a vendere pezzi di beni pubblici nessuno può dormire sonni tranquilli. Negli accordi tra un politico che dispone di mezzi collettivi (non quindi propriamente suoi) e un privato che invece ha tutto l'interesse a fare buoni affari, è facile prevedere che in molti casi il secondo otterrà condizioni di favore. Al di là dell'episodio specifico, è quindi indispensabile che lo Stato non si limiti a cedere qualche pezzo del patrimonio, ma che rinunci a giocare in prima persona: gestendo e regolando ogni cosa. Anche perché è chiaro che a pagare sarà il Pantalone di sempre. Come nel caso di Alitalia (adesso Ita), queste ristrutturazioni si sforzano sempre di tenere in considerazione i lavoratori, ma per far ciò scaricano i maggiori costi sui contribuenti. Ed è già chiaro a tutti che l'uscita dello Stato da Mps sarà resa possibile dal fatto che ogni fardello è stato messo sulle spalle dello Stato, e quindi si tradurrà in nuovi oneri per quanti già ora pagano tasse molto alte.

Privatizzare è un'ottima cosa quando c'è un disegno strategico che vuole ridimensionare lo Stato e liberare l'economia. Quando non è così, è legittima la sensazione che si possa continuare ad assistere a rapporti non del tutto chiari tra politici e uomini d'affari: sia quando lo Stato acquisisce sia quando lo Stato cede.

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