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"O il dl Fiscale cambia o salta tutto". La manina spacca Lega e M5s

Dl Fiscale, la Castelli attacca: "Gli accordi erano diversi". Ma Giorgetti e Garavaglia smentiscono: "Tutti sapevano"

"O il dl Fiscale cambia o salta tutto". La manina spacca Lega e M5s

Manina sì o manina no? Sul decreto fiscale il governo rischia una frattura, nel vero senso della parola. Ed è una spaccatura esposta che può provocare un terremoto politico se gli esponenti di Lega e M5S non troveranno presto la quadra. Se fino a ieri gli screzi erano rimasti solo nell'aria, con vaghe accuse di Di Maio a misteriosi individui che avrebbero modificato il testo del decreto fiscale, oggi è Laura Castelli la prima ad affondare il colpo. Accusando direttamente gli alleati leghisti: "Gli accordi erano diversi - dice - ora il problema è politico". Tanto che fonti qualificate del M5S assicurano che o il testo cambia oppure "salta tutto".

Pietra dello scandalo, come noto, è il passaggio del dl fiscale che inserisce norme sul condono e sullo scudo fiscale per i capitali detenuti all'estero. "Così non lo votiamo", ha gridato ieri sera a Porta a Porta il vicepremier grillino annunciando la volontà di denunciare in procura la "manina" autrice della misteriosa modifica. Inevitabilmente, la reazione scomposta di Di Maio ha provocato una valanga istituzionale. Dopo pochi minuti il Colle ha negato di aver mai ricevuto il testo, ha chiesto rispetto e Conte è stato costretto a intervenire assicurando di aver trattenuto il dl sulla sua scrivania. Luigino allora ha provato a correggere il tiro, ma ormai la frittata era fatta.

"Manina tecnica o manina politica?", continua a chiedersi Di Maio senza nascondere nelle sue parole una (poco) velata accusa alla Lega. Secondo il Fatto Quotidiano la modifica sarebbe da attribuire alla Direzione generale delle Finanze diretta da Fabrizia Lapecorella, ma dal Mef assicurano di aver seguito le indicazioni della presidenza del Consiglio, ovvero di Giancarlo Giorgetti. Che così è finito nel mirino degli alleati.

Matteo Salvini, dopo aver letto le agenzie, non ha potuto far altro che buttarla sul ridere. "Ma chi pensa di denunciare?", avrebbe detto ai suoi secondo un retroscena de La Stampa. "Ma come si fa a prendere sul serio una roba del genere? Sono accuse surreali e incredibili".

Non c'è però molto da star sereni: sul governo minaccia tempesta. Da una parte i Cinque Stelle vogliono "tagliare la manina" e considerano l'incidente un "caso politico". Dall'altra la Lega è convinta che non ci sia alcuna manipolazione. "Lunedì prima del Consiglio dei ministri c'è stato un tavolo politico in cui l'accordo raggiunto prevedeva nessun condono penale e niente scudo fiscale sui capitali esteri - attacca il viceministro Castelli (M5S) - Adesso Garavaglia e la Lega ci dicono che approvano una norma che introduce condoni penali e scudi fiscali per capitali all'estero? Allora c'è un problema politico". Dal Carroccio però negano e ribattono: "È evidente, tutti sapevano", assicura Garavaglia. "Letto e approvato, c'era anche Di Maio", avrebbe sottolineato Giorgetti.

Come a dire: cari grillini, non fate finta di nulla.

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