Roma I tabulati di Meddi. Altro supplemento d'indagine per la Procura di Roma sulle telefonate in entrata e in uscita dal cellulare dell'amico di Brugiatelli. Meddi, lo straniero di cui il 47enne sa poco o niente, è la persona che, al telefono con i carabinieri, lo chiama in strada e lo mette in contatto con la sala operativa. «Sergio, Sergio!». Brugiatelli è ancora a piazza Mastai, ha fatto una prima chiamata al 112 e parlato con un'operatrice e un carabiniere. In sostanza è il contenuto del primo audio diffuso dagli inquirenti. I carabinieri si mettono di nuovo in contatto con l'utenza da cui è partita la richiesta di aiuto per lo scippo del borsello. Risponde, ovviamente, il proprietario del cellulare prestato a Brugiatelli, Meddi. Ed è quanto registrato nell'audio numero due. Per il resto zero.
«Non è stato ancora analizzato il traffico telefonico di un testimone importante, Meddi - spiega Roberto Capra, legale di Finnegan Lee Elder, l'americano reo confesso dell'omicidio del vicebrigadiere -, tanto meno questa persona è stata presa a verbale nell'immediatezza dei fatti. Eppure è fondamentale per capire cos'è accaduto». Dal cellulare di Meddi partono le telefonate all'utenza di Brugiatelli nelle mani dei due studenti che rispondono e chiedono un riscatto per la borsa. Quante chiamate? La durata? Da quale cellulare, poi, viene ricontatto Brugiatelli, sempre sul numero dell'amico Meddi? Da quello di Elder o da quello del suo ospite, Gabriel Christian Natale Hjorth? Un elemento chiave, il telefono di Meddi, per chiarire cosa è accaduto esattamente nei luoghi dello spaccio, fra piazza Mastai e piazza Gioacchino Belli, a Trastevere, tra le 23,30 del 25 luglio (gli americani escono per acquistare droga) e le 3,16 del 26 luglio, quando rientrano in stanza subito dopo l'omicidio. A registrare i due, all'uscita e al rientro in albergo, le telecamere della gioielleria Ghera, le uniche in funzione.
Il giorno del fermo dei due 19enni vengono ascoltati Brugiatelli, il carabiniere che era con la vittima, Andrea Varriale, il portiere e il facchino dell'albergo LeMeridien Visconti, Roberto Altezza e Biagio Di Paola. Vengono mostrate le foto dei fermati anche al pusher, Italo Pompei e al parcheggiatore abusivo, Salem Tamer Ahmed. «Meddi e il suo telefono non compaiono affatto in questa fase» sottolinea ancora l'avvocato Capra. Un buco dei tanti in un'inchiesta per molti oscura. A cominciare dalla Procura stessa che, in fase d'incidente probatorio, ha chiesto un supplemento d'indagine.
Ieri, intanto, i Ris hanno avviato le prime ricognizioni sugli elementi raccolti nella stanza 109 del LeMeridien. «Per conoscere i primi risultati ci vorranno almeno 40 giorni di lavoro intenso» conclude l'avvocato Capra.
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