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Prodi torna a ripeterlo: "Impossibile fare a meno dell'Ue"

L'ex presidente del Consiglio riconosce gli errori della comunità europea, ma ribadisce l'importanza dell'Unione: "Non possiamo estraniarci"

Prodi torna a ripeterlo: "Impossibile fare a meno dell'Ue"

Dopo averla criticata, anche aspramente, nei giorni scorsi – dicendo sostanzialmente che l'Ue, in questa emergenza provocata dalla pandemia di coronavirus, è senza strategia – ora Romano Prodi torna a spendere parole al miele nei confronti dell'Unione Europea.

Ospite, in collegamento da casa, di Piazzapulita, il Professore risponde così alle domande di Corrado Formigli che gli chiedeva un parere sulla linea finora adottata dalla Comunità: "L'Europa non è solo un fatto di finanziamento: è un mercato comune. E noi pensiamo davvero di poterci estraniare dal resto dell'Europa e esportare i nostri beni negli altri paesi europei?".

Quindi, proseguendo nel suo ragionamento, l'ex due volte presidente del Consiglio sostiene che noi dovremmo impegnarci per "rendere l'Europa più solidale, però senza estraniarci".

Ciò detto, l'ex numero uno della Commissione Europea – dal 1999 al 2004 – ammette gli errori degli alti papaveri dell'Ue, tra Bruxelles, Strasburgo e Francoforte (sede della Bce), e di come in questi anni ci sia stata e sia stata anche netta la spaccatura fra i Paesi Ue del Nord e quelli del Sud-mediterraneo, fra austerity e richieste (vitali) di maggior flessibilità.

Su questo versante, l'economista dice: "La Commissione ha messo a disposizione 100 miliardi per un sussidio di disoccupazione a livello europeo. Mettere insieme i sussidi di disoccupazione significa cominciare a fare una politica sociale coordinata". E a seguire precisa: "Poi, è chiaro, la divisione Nord-Sud è stata la peggiore evoluzione dell'Europa degli ultimi tempi e bisogna mettere fine a tutto questo. Se i ministri delle Finanze che si riuniranno il 7 non faranno altri passi in avanti ci saranno tensioni, ma in due-tre giorni qualcosina è cambiato nella direzione giusta anche se non in modo decisivo…".

Prima di congedarsi e salutare il conduttore e il pubblico da casa, il padre fondatore del Partito Democratico dà il suo commento su quelli che sono – e che saranno – i cambiamenti sociali ed economici innescati dalla crisi mondiale provocata dalla pandemia di coronavirus, difendendo comunque la globalizzazione: "Io dico: guai a cambiare la globalizzazione, che comunque ha permesso di dare da mangiare a 2 miliardi di persone.

Per questa ragione penso che bisogna sì correggerla, ma non abolirla".

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