Chissà se Prodi ha dimenticato (e perdonato) lo scherzetto dei 110 parlamentari del Pd che non scrissero il suo nome sulla scheda, impedendogli così di diventare Capo dello Stato. Di certo tra il Professore e Renzi i rapporti non sono mai stati particolarmente buoni. Colpa di D'Alema o, in fondo in fondo, il giovane leader ha fatto tutto di testa sua? In attesa di scoprirlo - se mai capiterà - dobbiamo limitarci a decriptare i segnali che notiamo.
Uno sembra molto importante: Prodi e Renzi si sono visti oggi a Palazzo Chigi. A fare la prima mossa (e l'invito) è stato il presidente del Consiglio, desideroso, forse, di superare ogni incomprensione passata. Come sottolinea la Stampa non è la prima volta che Prodi torna nella sede del governo, da quando Renzi è premier. Lo ha fatto per incontrare il sottosegretario Graziano Delrio (forse è stato lui a ricucire i rapporti fra il Professore e Renzi). Sta di fatto che ora il cerchio si chiude: il leader del vecchio Ulivo vede il capo del governo, nonché leader del Pd e "rottamatore" dell'Ulivo (ieri all'assemblea nazionale è stato abbastanza critico nei suoi confronti).
Pare che il rapporto tra i due si limiti a una superficiale cordialità espressa via sms. Ora, con il faccia a faccia in programma a Palazzo Chigi, cambierà qualcosa? O forse il giovane leader proporrà un "accordo" al professore? Difficile che Prodi rischi di impegnarsi in un progetto che, in caso di fallimento, per lui equivarrebbe a un secondo clamoroso smacco: stiamo parlando, ovviamente, del Quirinale. Il Professore potrebbe limitarsi ad ascoltare cosa gli dice Renzi, a "vedere", insomma, come in una partita a poker, ma senza scoprire le proprie carte. Anche perché la corsa al Colle è tutt'altro che semplice. Già una volta si è bruciato, pur avendo, sulla carta, tutti i numeri per farcela.
Ha sempre detto, Prodi, che per lui i giochi sono finiti ("game over"), e che non pensa più alla politica, perché ha già dato. Dal proprio canto Renzi si rende conto che Prodi sarebbe nome sgraditissimo a Forza Italia. Insomma, un nome di rottura nel caso in cui dovessero saltare le riforme. E per strizzare l'occhio, magari, al Movimento 5 Stelle.
Può essere che i due si siano visti solo per gli auguri di Natale e che Renzi abbia chiesto al Professore solo qualche consiglio su come muoversi nel ginepraio della politica e dello scontro latente nel Pd, e come tenere a bada i vari Bersani, D'Alema, Cuperlo e Fassina. Al centro del colloquio "un giro di orizzonte sulle questioni della politica internazionale, in particolare sulla situazione in Libia e Ucraina, e una riflessione sull’andamento dell’economia europea", assicurano da Palazzo Chigi, precisando che all’incontro ha partecipato anche Delrio.
Ma un piccolo regalino di Natale il premier potrebbe farlo al suo illustre ospite a Palazzo Chigi.
La poltrona più importante delle Nazioni Unite? L'incarico di Ban ki-moon scade il 31 gennaio 2016 e Renzi non può permettersi di promettere poltrone che non rientrano nella propria disponibilità. Prodi questo lo sa bene. Però, magari, l'idea di rientrare in gioco (in Italia ma non solo) un po' lo stuzzica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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