"Produrre di più in Africa per vaccinare il 70%". Putin e Xi insistono: riconoscere i nostri sieri

L'Oms avverte: "L'equità nell'immunizzazione è nell'interesse di tutti"

"Produrre di più in Africa per vaccinare il 70%". Putin e Xi insistono: riconoscere i nostri sieri

Vaccinare il numero più ampio possibile della popolazione mondiale è l'obiettivo primario dei Grandi contro la pandemia, riuniti nel G20 di Roma. Sul tavolo però ognuno dei Paesi pone le proprie richieste anche se tutti sono concordi sulla necessità, auspicata dall'OMS, di vaccinare il 40% della popolazione entro l'anno e il 70% nel 2022.

È il punto sottolineato in particolare dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel discorso introduttivo, condiviso da tutti i leader: «La pandemia non è finita e ci sono disparità sconvolgenti nella distribuzione globale dei vaccini. Nei Paesi ad alto reddito, oltre il 70% della popolazione ha ricevuto almeno una dose, in quelli più poveri questa percentuale crolla a circa il 3%. Sono differenze moralmente inaccettabili, e minano la ripresa globale - ha sottolineato Draghi - Siamo molto vicini a raggiungere l'obiettivo dell'Oms di vaccinare il 40% della popolazione globale entro la fine del 2021. Ora dobbiamo fare tutto il possibile per arrivare al 70% entro la metà del 2022. Dobbiamo anche continuare a investire in ricerca, eliminare le barriere commerciali, che riguardano i vaccini anti Covid-19, migliorare la prevedibilità nella loro consegna. E dobbiamo rafforzare le catene di approvvigionamento globali, aumentando al contempo la capacità produttiva a livello locale e regionale. A circa 2 anni dall'inizio della pandemia - ha concluso - possiamo finalmente guardare al futuro con più ottimismo. Campagne vaccinali di successo e azioni coordinate da parte dei governi e delle banche centrali hanno permesso la ripresa dell'economia globale».

E se da un lato il presidente Emmanuel Macron ha evidenziato l'impegno della Francia nel donare «67 milioni di dosi ai Paesi vulnerabili, entro metà del 2022 arriveremo a 120 milioni», dall'altra grande attesa c'è stata per gli interventi del presidente russo Vladimir Putin e di quello cinese Xi Jinping. Il primo ha chiesto in videoconferenza una rapida soluzione per il riconoscimento reciproco dei certificati di vaccinazione, in un chiaro riferimento allo Sputnik V, non ancora approvato nella Ue e negli Usa, mentre l'OMS deve accelerare il processo decisionale sulla sicurezza dei vaccini: «Dato che il virus continua a mutare, dobbiamo sviluppare meccanismi, per aggiornare prontamente e sistematicamente i vaccini». Il presidente Xi Jinping, invece, ha chiesto di rendere lo sviluppo globale «più equo, efficace e inclusivo, per garantire che nessun Paese sia lasciato indietro», e in collegamento video ha ricordato che la Cina ha fornito 1,6 miliardi di dosi di vaccino a più di cento Paesi e organizzazioni internazionali e che quest'anno darà in tutto 2 miliardi di dosi al resto del mondo mentre in 16 Paesi è stata avviata la produzione congiunta di vaccini. Richiesta anche in questo caso la parità di trattamento dei diversi vaccini e il riconoscimento reciproco in conformità con l'autorizzazione dell'OMS: «La formazione di blocchi esclusivi o addirittura la definizione di linee ideologiche causerà divisioni e più ostacoli all'innovazione scientifica e tecnologica», ha aggiunto.

Infine Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale OMS, ha ribadito che «l'eguaglianza vaccinale non è carità, ma è nell'interesse di tutti. Chiediamo a quei Paesi che hanno promesso di donare vaccini di mantenere l'impegno, il più urgentemente possibile»

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