La produzione industriale torna a crescere dopo più di due anni

Ad aprile incremento dello 0,3%. Spread in calo a 94 punti, ora il Btp decennale rende meno del 3,5%

La produzione industriale torna a crescere dopo più di due anni
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Dopo oltre due anni di flessione, la produzione industriale italiana segna finalmente una crescita tendenziale, con un incremento dello 0,3% ad aprile 2025 rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. La lunga fase di contrazione che aveva caratterizzato il settore per 26 mesi consecutivi si interrompe, in parte, grazie alle dinamiche positive registrate nei settori dei beni durevoli, dell'energia e dei beni di consumo. Secondo i dati diffusi ieri dall'Istat, l'indice destagionalizzato della produzione industriale ha visto un incremento dell'1% rispetto a marzo, mentre l'indice generale, al netto degli effetti di calendario, ha guadagnato lo 0,3% rispetto ad aprile 2024. Inoltre, si osserva una moderata crescita anche su base trimestrale (+0,4%). Tra i settori più dinamici, emerge l'industria del legno, carta e stampa, con un +4,7%, seguita dalla fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria (+4,3%) e dalla fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+3,3%). Un altro segnale positivo dopo il recente calo dello spread tra Btp e Bund che ieri è diminuito a 94 punti base con il rendimento del nostro decennale sceso sotto la soglia del 3,5% al 3,45 per cento.

«I numeri di aprile evidenziano che l'industria italiana ha dimostrato resilienza e ora mostra i primi segni di ripartenza», afferma il segretario confederale della Cisl, Giorgio Graziani. Un messaggio che appare positivo, ma che deve essere interpretato con cautela. Nonostante il timido segnale di crescita, i dati complessivi sui primi quattro mesi dell'anno sono ancora lontani da una vera ripresa. «Siamo di fronte a uno spiraglio di luce molto fioco», affermano dall'Unione nazionale consumatori. In particolare, la produzione industriale continua a segnare una flessione dello 0,6% per i beni di consumo.

In effetti, alcuni settori restano in forte difficoltà. Tra i più colpiti ci sono l'automotive e la produzione di mezzi di trasporto, con un -9,5%, e la produzione di prodotti farmaceutici, che registra un crollo del 11%. Inoltre, anche la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati segna una contrazione del 5%, con una continua difficoltà nei settori della moda, come dimostra il -0,5% nell'industria tessile, abbigliamento, pelli e accessori, e la fabbricazione di macchinari e attrezzature (-1,3%).

«Per la media del 2025, i dati sulla produzione rimangono estremamente deludenti», commenta il Codacons, avvertendo che la flessione potrebbe continuare. Nei primi quattro mesi del 2025, infatti, l'indice della produzione industriale è sceso dell'1,2% annuo, con i beni di consumo in calo dello 0,6%.

Questo trend potrebbe peggiorare se dovessero essere introdotti nuovi dazi o se le tensioni commerciali tra Usa e Ue dovessero intensificarsi. Insomma, gli allarmi del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, non paiono cessare.

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