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Professore critica l'Anpi: un mese di sospensione e stipendio dimezzato

Il docente aveva contestato un incontro a scuola: "Un comizio senza contraddittorio". Gli studenti si schierano a suo favore: "Questa è una soffocante censura"

Professore critica l'Anpi: un mese di sospensione e stipendio dimezzato

Vietato criticare l'Anpi. Su segnalazione dell'Anpi di Civitanova, un docente è stato sanzionato per aver polemizzato contro la presentazione del libro "Dopo Mussolini. I processi ai fascisti e ai collaborazionisti" dello storico Andrea Martini tenutosi il 28 novembre scorso. Matteo Simonetti, professore di storia e filosofia nella scuola Leonardo Da Vinci, l'aveva etichettato come un "comizio senza contraddittorio". Ma gli è costato caro: sospensione dall'insegnamento per 30 giorni e decurtazione dello stipendio del 50%. Come riportato da Libero, è questa la decisione intrapresa dalla direzione generale dell'Ufficio scolastico regionale.

L'incontro era riservato ai ragazzi frequentanti le classi quinte. Improvvisamente alcuni di loro avevano iniziato a lasciare l'auditorium, provocando l'irritazione degli organizzatori. Il prof, seccato dalla situazione, aveva espresso la propria posizione al termine del convegno: "Questo è un comizio, un dibattito a senso unico". Parole che avevano provocato la dura reazione da parte di Pier Paolo Rossi, consigliere del Partito democratico: "Si vergogni, se lei oggi può dire quello che dice è solo perché siamo in democrazia e perché c’è chi ha lottato per ottenerla".

In difesa del docente si erano schierati gli studenti della classe quinta N del Liceo Da Vinci di Civitanova. A loro nome Mattia Cervellini aveva scritto un posto su Facebook per tentare di ricostruire la vicenda: "Con la riduttiva espressione 'chiamati a partecipare' intendo sottolineare che il coinvolgimento di tutte le classi quinte dell’istituto era obbligatorio nonostante non fossero passate le adeguate circolari di preavviso nelle classi". Un incontro che ha assunto una "evidente piega politica". Il che ha scatenato "una reazione abbastanza forte da parte degli stessi studenti. Sono stati alcuni di loro infatti, a chiedere ai professori di poter andarsene… Al termine della seconda ora di convegno, erano pochi gli studenti rimasti, tra cui, quelli della mia classe".

"Soffocante censura"

Successivamente è arrivato il momento degli interventi. Il prof Simonetti "ha esordito dicendo che coloro che ancora oggi si definiscono fascisti hanno una visione estremamente anacronistica della realtà e sarebbe l’equivalente di definirsi giacobini". Poi ha ribadito che, davanti a tematiche così delicate, è fondamentale garantire "una pluralità di opinioni e fonti, in linea con un vero approccio storiografico". Il docente infatti ha affermato che "il valore di una democrazia sta proprio nel garantire la libera espressione del proprio pensiero, trascendendo ogni forma di componente politica".

Le risposte ricevute sono state però tutt'altro che democratiche: "In una democrazia non tutte le opinioni possono essere accettate"; "Quando si parla di Resistenza non occorre una controparte". All'uomo hanno tolto il microfono e "contro di lui si è schierato, maleducatamente, uno dei consiglieri comunali di Civitanova. Il docente è stato accusato di non essere degno di insegnare a noi studenti, di catechizzare pericolosamente, mettendo così in dubbio la sua serietà riguardo l’insegnamento".

In seguito al prepotente comportamento, gli studenti hanno deciso di abbandonare l'auditorium: "Questa reazione decisamente impertinente e arrogante ha catalizzato una risposta da parte di noi studenti, che abbiamo preferito uscire dall’auditorium". E alcuni ragazzi rimasti hanno sentito ulteriori attacchi provenire dai relatori: "Lei è un fascista e dunque se la prende"; "Nazista". E in tutto ciò gli studenti sono stati accusati anche di "essere delle marionette, senza la minima capacità peculiare di ragionare". Il ragazzo ha così concluso il suo post sul vergognoso comportamento tenuto dai relatori (e non solo) nel corso del convegno dell'Anpi: "Grazie a questo però, abbiamo capito quanto sia soffocante la censura, specialmente se giustificata dal buon nome della democrazia".

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