La profezia azzurra: "Tra Lega e 5 Stelle nuove contraddizioni"

Forza Italia: "Fico e Tria sono un vero caso". Carfagna: "Salvini non è solo al comando"

La profezia azzurra: "Tra Lega e 5 Stelle nuove contraddizioni"

Roma - La fine imminente della luna di miele tra le forze di governo. Le prime crepe che si aprono. Le contraddizioni che lentamente o fragorosamente - come nel caso della dissociazione di Roberto Fico sulla chiusura dei porti - iniziano a emergere. Una mobilità del consenso che tra Lega e M5s va a premiare soltanto la prima. Oltre a qualche malumore per le amnesie di Matteo Salvini sul contributo elettorale di Forza Italia alle ultime vittorie.

Nel giorno del raduno di Pontida, dell'abbraccio della gente leghista al proprio leader, il partito di Silvio Berlusconi accende i riflettori sulla difficile tenuta della coalizione gialloverde. È un coro a più voci quello che sottolinea l'apertura di una faglia pericolosa nel terreno dell'esecutivo a causa di energie, identità e programmi confliggenti. «Nei prossimi giorni si capirà se Fico e Tria hanno opinioni personali e se la luna di miele Tra M5s e Lega è finita in anticipo», dice Anna Maria Bernini. «La presa di posizione sulle Ong è stata derubricata con fastidio da Di Maio e Salvini come semplice opinione personale. Ci crediamo poco, ma la posizione del ministro Tria, che non intende aprire i cordoni della borsa per tutto il 2018, sarà anch'essa considerata una mera opinione personale?».

Mara Carfagna ricorda a Salvini che «l'unica prospettiva politica è il centrodestra». «Bene quando, come oggi a Pontida, dice che il centrodestra è più forte che mai, vincente. Male la totale assenza di un riferimento al contributo che Forza Italia e l'intero centrodestra hanno dato al successo dei governatori che hanno sfilato sul palco. Salvini ricordi di non essere un uomo solo al comando e di aver vinto le elezioni sulla base di un'alleanza e un programma di centrodestra». Se «la linea della fermezza nella gestione del fenomeno migratorio ci piace, gli ondeggiamenti del premier Conte al Consiglio europeo no. Il governo parla con due voci, non sono d'accordo neppure su chi abbia la competenza a chiudere i porti».

L'elenco delle contraddizioni governative viene arricchito dai rilievi di Maurizio Gasparri. «Se la rivoluzione non è un pranzo di gala, il governo non è una passeggiata. Emergono, come facile prevedere, le prime crepe nell'alleanza giallo-verde. Sulla famiglia la linea è quella giusta del ministro Fontana o quella dei gay pride? Non parliamo poi dell'immigrazione dove il contrasto all'interno dei grillini emerge con grande forza». E se Giovanni Toti a Pontida parla di «percorsi e bandiere diverse ma di un sogno in comune», Francesco Giro vede nelle mosse di Berlusconi il preludio a «una nuova fase rivoluzionaria in Forza Italia». «La rivoluzione è una categoria che appartiene al pensiero liberale. Persino il movimento cattolico, con la rete dei Comitati civici riuscì a scongiurare nel 1948 la vittoria dei comunisti usando strumenti di aggregazione e di mobilitazione sociale sul territorio.

Berlusconi può promuovere la nascita di un Comitato Civico in ogni comune italiano, oltre 8000, e sarebbe straordinario unirli tutti in un'assise nazionale per il lancio di un grande manifesto di una Nuova Italia per una Nuova Europa».

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