«I giornali del 5 marzo? Io sogno che i titoli siano: Silvio trionfa ancora». Silvio Berlusconi, intervistato da Studio Aperto su Retequattro si proietta sul giorno successivo al verdetto elettorale e «vota» il suo titolo preferito, quello che racconta di una sua nuova vittoria alle Politiche del 4 marzo. Ma al netto degli auspici giornalistici, il presidente di Forza Italia si concentra soprattutto sul programma e lancia un nuovo obiettivo di politica economica: riportare la crescita economica almeno al 2%.
«Con la nostra politica fiscale faremo ripartire la crescita dell'economia oltre il 2% del Pil con il risultato della creazione di molti posti di lavoro». Lo strumento per dare questa scossa e raggiungere questo obiettivo è sempre la flat tax, ovvero il progetto di semplificazione e riduzione fiscale fortemente voluto dal centrodestra. Senza dimenticare gli sgravi fiscali per favorire l'occupazione giovanile, con una proposta di sospensione per sei anni delle tasse sul lavoro e dei contributi per chi assume un giovane disoccupato con un contratto stabile.
«Oggi in Italia ci sono tre milioni di giovani che non studiano e non cercano nemmeno più un lavoro, rassegnati nella convinzione che sia impossibile riuscire a trovarlo, soprattutto al Sud. Abbiamo il dovere di restituire ai ragazzi il diritto alla speranza. Quando torneremo al governo daremo subito una risposta concreta e con la flat tax faremo ripartire l'economia e assumeremo subito provvedimenti concreti: le aziende che assumeranno un giovane disoccupato con contratto stabile, di praticantato nei primi tre anni e di primo impiego per altri tre, non pagheranno nessuna tassa e contributo. Tutte le aziende italiane avranno grande convenienza: non è una promessa ma un impegno che assumiamo formalmente» dice Berlusconi.
Il Cavaliere torna anche a lanciare l'allarme astensione e a invitare gli italiani a non delegare ad altri la scelta e la responsabilità del voto, invocando un «cambiamento positivo» contrapposto a quello fondato sull'invidia sociale, rappresentato dalla proposta politica dei grillini. Con una sorta di preghiera rivolta agli italiani: «Non lasciamo distruggere il Paese ai grillini».
«Condivido la delusione e persino il disgusto di molti cittadini verso la politica e i politici di professione, che sono considerati incapaci e ladri dalla maggioranza degli italiani, ma la risposta non può essere quella di scegliere un male ancora peggiore», dice il leader di Forza Italia. «Mi appello a chi come me non ama la politica, quella dei politici di professione e quella nuova dei grillini. L'Italia oggi corre seriamente il rischio di cadere nelle mani del populismo, nelle mani dei pauperisti e dei giustizialisti a 5 Stelle - aggiunge -. L'invidia sociale che li possiede li porterebbe a infliggerci tasse più alte sulla casa, sul patrimonio, sulla successione. A differenza dei grillini, il nostro è un cambiamento positivo, responsabile, basato sulla nostra esperienza, sulla stabilità, sulla competenza dimostrata non solo in politica ma soprattutto nella vita».
Per questo e per il bene dell'Italia l'invito è a «mandare al governo gente seria che nella vita concreta abbia dimostrato di saperci fare, di saper realizzare dei risultati importanti, di sapersi meritare la stima di tutti. Lo possiamo fare, se ci crediamo veramente e lavoriamo con impegno».
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