Coronavirus

Profili social e allerta tensioni: il faro degli investigatori sul movimento dei medici no vax

Forze dell'ordine attive: attesa per il corteo del 21 aprile. La lettera al Giornale: "Non ci possono imporre il siero"

Profili social e allerta tensioni: il faro degli investigatori sul movimento dei medici no vax

Nessuna indagine aperta sui 17mila operatori sanitari «No vax» che si oppongono al vaccino per il Covid 19, ma fonti delle forze dell'ordine fanno sapere che il movimento, attivissimo sui social, è monitorato. Soprattutto per ciò che ci sarebbe dietro. All'attenzione i fatti di Brescia, dove sono state lanciate due molotov contro centri vaccinali.

Gli inquirenti stanno indagando sui responsabili del gesto (per ora ignoti), perché se da una parte la legge italiana rende legittimo dissentire sulla possibilità di vaccinarsi o meno, dall'altra punisce i reati contro le istituzioni. Come raccontato ieri sul Giornale, «in Italia ci sono almeno 16.900 dottori, infermieri, operatori socio sanitari e professionisti in ambito medico che non intendono vaccinarsi contro il Covid». Una posizione sicuramente legittima, perché ognuno fa della propria salute ciò che crede, fatto dimostrato anche da alcune sentenze. Diversa è l'imposizione di ideologie e metodiche di trattamento. Insomma, si guarda a chi dissente, senza condannare, ma con un occhio puntato a eventuali azioni violente. Si segue l'organizzazione via web di una manifestazione «convocata» per il 21 a Montecitorio. C'è persino chi consiglia di rivolgersi a un avvocato contro il temuto vaccino «che crea problemi di salute». Ma è tutto da dimostrare. In una lettera inviata al Giornale i «No vax» chiariscono: «Noi vogliamo lavorare. Il Decreto dice che, se non si vuole essere vaccinati, si deve essere demansionati e collocati ad un incarico non a contatto coi pazienti, e che se questo non sia possibile, si viene sospesi senza paga, ma secondo voi, noi vorremmo rimanere senza paga? Quello che voi non avete capito è che noi non vogliamo che ci venga imposta la vaccinazione, con un farmaco che non dà sicurezze (chissà perché parlano tanto degli effetti collaterali di Astrazeneca, ma non dicono nulla di quelli dati da Pfizer e Moderna?)». E proseguono: «Se sospendi 17mila operatori sanitari, la sanità si blocca per forza. Come li sostituisci (con i lego, coi Playmobil)? Sparano su di noi per distrarre la gente dalle questioni più importanti: perché in un anno non hanno potenziato gli ospedali e le rianimazioni, perché non hanno assunto e addestrato personale, perché mantengono il numero chiuso per la facoltà di medicina, perché le scuole non vengono fatte funzionare in sicurezza, perché i ristoranti non sono aperti la sera?».

Finora è stato dimostrato che il vaccino salva dal Covid. Ma i «No vax» sembrano dissentire. Per il momento nessuna Procura si è attivata sulla questione, anche perché il nostro ordinamento prevede che ognuno possa disporre liberamente della propria salute. Ma un conto è fare informazione, un conto imporre posizioni come è accaduto a Brescia, dove gli inquirenti ora indagano su eventuali responsabili del tiro di molotov. Insomma, l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Ma molti della democrazia e del libero pensiero sembrano sempre più infischiarsene. Cosa certa è che, al di là delle singole e legittime posizioni, gli inquirenti stanno continuando a monitorare i profili di quegli estremisti che per imporre il proprio pensiero «No vax» sono disposti a tutto. Persino a mettere a rischio la salute di moltissime persone.

Tra i «No vax» ci sono anche medici di famiglia che stanno tentando di disincentivare i pazienti a prendere il vaccino anti Covid.

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