Politica

Profughi, 23 sindaci contro Mattarella

Disertato l'incontro col presidente a Brescia. Altri sbarchi: Sud in crisi

Per mare si continua ogni giorno ad arrivare, in mare si continua a morire. Sono stati recuperati ieri sette corpi di immigrati nel Canale di Sicilia. Facevano parte di un gruppo di 134 migranti che all'arrivo dei soccorritori si sono gettati in acqua perché il gommone stava affondando. Il bilancio delle vittime degli ultimi giorni sale così a 15. In una ventina di operazioni sono stati tratti in salvo oltre duemila migranti che saranno ospitati nelle strutture sparse per lo Stivale, malgrado da più parti si faccia presente come il sistema accoglienza sia in serie difficoltà. Una concentrazione di immigrati come quella di queste settimane non è facile da ammortizzare, specie se l'aiuto fornito dal governo si riduce a un sollecito a fare di più con l'innalzamento delle quote per le Regioni. Mille migranti arrivano a Palermo e a lanciare un grido d'aiuto sono i gestori dei centri Sprar. Chiedono che il capoluogo siciliano eroghi le somme previste.

Parecchi sindaci scuotono il capo per dire «basta». Lo hanno fatto ieri in modo clamoroso 23 primi cittadini della provincia di Brescia, che hanno disertato l'incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita nella città lombarda. Hanno così voluto marcare la distanza di vedute rispetto alle politiche di accoglienza degli immigrati e rispetto alle parole recentemente espresse dal presidente circa la necessità di costruire ponti e non muri. Matteo Salvini dice che «l'Italia ha già dato troppo. Bisogna chiudere e respingere». Vuole salvare la caserma Montello di Milano individuata per l'accoglienza dei rifugiati. E paventa blocchi stradali. «L'Esercito la pensa come noi dice -. I ragazzi della Marina militare si sono rotti di fare gli scafisti». Di certo erano furiosi gli autori dei danneggiamenti di un'abitazione a Burcei (Cagliari) destinata a ospitare immigrati. Il sindaco Giovanna Zuncheddu prende le distanze dalle violenze, ma rilancia le preoccupazioni per un'ospitalità non condivisa con i territori.

Tutti i metodi sono buoni per mettere piede in Italia. Da quello «vecchia maniera» con barchini che eludono i controlli sbarcando vicino a riva i passeggeri che di lì a breve di dilegueranno, a quello «classico», con le navi dei soccorsi che raccolgono migranti fino a poche miglia dalle coste libiche. I più facoltosi, poi, giungono con imbarcazioni di lusso anche se datate, come è accaduto in Puglia, ormai meta di una nuova rotta migratoria dalla Grecia e dalla Turchia. Proprio dalle coste turche era partito un veliero di 12 metri con 50 passeggeri di presunta nazionalità pakistana. Le unità navali del Reparto operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Bari e del Gruppo Aeronavale di Taranto hanno arrestato i due scafisti ucraini. I migranti si trovano nel campo di emergenza allestito sulla banchina del porto di Gallipoli, dal momento che le altre strutture sono strapiene.

VRaf

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