Il programma? Un lavoro da copioni

Il Pd va all'attacco: il M5s ruba le nostre idee e pesca da Wikipedia

Giuseppe Marino

Roma Ci mancava solo la battaglia del copia-e-incolla. Mentre in Rete da giorni i fan a cinque stelle fanno eco agli articoli del Fatto che accusano il ministro Marianna Madia di aver copiato la tesi, spunta un caso di fotocopia facile anche in casa M5s. Appaiono copiati parti di undici dei venti punti del programma elettorale presentato da Luigi Di Maio. A scoprirlo è IlPost diretto da Luca Sofri, che documenta le «inquietanti similitudini» tra ampie parti del programma elettorale e altri documenti politici non pentastellati.

Il Pd è lestissimo a cavalcare la notizia, con tanto di intervento di Renzi. I grillini ribattono accusando l'ex premier di «analfabetismo funzionale» per non aver capito che le parti copiate «le abbiamo prese dai dossier e dagli studi scientifici», perché «M5s studia, approfondisce e attinge da fonti scientifiche terze che riporta nelle versioni complete del programma». Replica plausibile se non fosse che alcune delle fonti plagiate non sono poi così «scientifiche» e, soprattutto un lungo passaggio appare identico, virgole incluse, a un'interrogazione presentata dal senatore Pd Giorgio Roilo sull'Eni. Un copia-e-incolla particolarmente imbarazzante per chi non perde occasione di sottolineare la propria differenza con il Pd. E infatti su questo punto il comunicato dell'M5s dimentica di fare chiarezza. Per quanto riguarda poi la scientificità delle affermazioni, passi per lo stralcio preso di peso da un articolo sui limiti del Pil dell'economista Jean Paul Fitoussi pubblicato sul National geographic, ma ci sono anche interi pezzi che arriva direttamente dalle enciclopedie online Wikipedia e Okpedia, le preferite dagli studenti copioni. Non mancano anche i copia-e-incolla da articoli di Repubblica e del sito Nanopress.

Piuttosto imbarazzante anche il travaso di affermazioni sulle risorse naturali, sull'ambiente e sull'immigrazione da testi firmati dalla Commissione europea. E va bene che Di Maio ha annunciato il passaggio del Movimento alla linea morbida sull'euro, ma che i grillini fossero arrivati a condividere le analisi dei «tecnocrati di Bruxelles» potrebbe non essere cosa propriamente gradita alla base pentastellata. Per non parlare della «citazione» sulla banda larga fedele a documenti della Presidenza del consiglio a guida Pd, incluso il decreto legge 14/2017 firmato da Gentiloni e dal sito di Telecom Italia. Nelle altre parti copiate di sana pianta perlomeno compaiono testi di fonti che il Movimento potrebbe condividere, dall'Associazione economia circolare, all'Osservatorio sulla Green economy della Bocconi, ma le fonti non sono citate. La verità è che i programmi elettorali, proprio come certe tesi accademiche, sono spesso esercizi di stile fini a se stessi. Ma se a farli è chi si professa diverso e fa la morale agli altri ogni giorno, la figuraccia è garantita.

Ma ieri a tenere banco è

stata anche la polemica per l'uscita estrema di Alessandro Di Battista che ha insultato gli elettori che non votano M5s: «Gli italiani? Li vedo un po' rincoglioniti». Parole in libertà che hanno provocato l'ennesima bufera.

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