"Prosciogliere Salvini" Per i pm non c'è reato, accolta la tesi difensiva

La decisione non arriverà prima di dicembre, dopo le audizioni: "Fascicolo contraddittorio"

"Prosciogliere Salvini" Per i pm non c'è reato, accolta la tesi difensiva

Invece che in un processo con un capo di imputazione grave come il sequestro di persona, la prima udienza dal gup di Catania si risolve in un assist politico per Salvini. Non solo il giudice accoglie la richiesta di sentire, come persona informata dei fatti, l'attuale ministro dell'interno Luciana Lamorgese, ma va persino oltre quanto chiesto dalla difesa convocando mezzo governo gialloverde, da Conte a Di Maio e Toninelli alla Trenta, che quindi dovranno sfilare in Tribunale e spiegare se la condotta dell'allora ministro Salvini fosse una sua iniziativa personale o non piuttosto il frutto di una linea condivisa da tutto il governo. Per l'avvocato di Salvini, la senatrice Giulia Bongiorno, c'è da essere «moderatamente soddisfatti» dall'ordinanza. Questo almeno dal punto di vista strettamente processuale, perché la principale richiesta sia della difesa che della Procura era stata una sentenza di non luogo a procedere, che invece non è arrivata. Ma dal punto di vista politico non c'è dubbio che il primo round se lo sia aggiudicato il leader della Lega. Che in più ne esce elegantemente, specificando di aver detto di no alla proposta di tirar in ballo gli altri ex ministri, «per spirito di vendetta avrei potuto chiedere di convocare qui tre quarti di governo ma mi sono rifiutato di dire sono colpevoli anche loro, perché la mia tesi è l'opposto, sono innocenti anche loro». Ma è chiaro che il coinvolgimento dei suoi avversari rappresenta una rivincita per Salvini. Oltre al riconoscimento che abbia fondamento l'argomento chiave della difesa, cioè appunto che le decisioni si inserirono in una precisa procedura codificata e approvata da tutto il governo. Una interpretazione che escluderebbe ogni ipotesi di reato per Salvini.

La giornata era cominciata per con un caffè in hotel insieme agli alleati, Giorgia Meloni e Antonio Tajani (che poi ragguaglierà al telefono Berlusconi) venuti apposta a trovarlo in segno di solidarietà della coalizione. Nella delegazione di Fdi anche il capogruppo Francesco Lollobrigida e Ignazio La Russa, che è poi si è spinto fin dentro il tribunale, nella hall fuori dall'aula dove si è svolta, a porte chiuse, l'udienza preliminare. Salvini ci è arrivato insieme a Giulia Buongiorno, che in tribunale è entrata con le sue gambe ma ne è poi uscita in sedia a rotelle per un incidente definito «surreale». Una pesante lastra di marmo si staccata da una parete ed è caduta colpendo la caviglia della deputata leghista. Salvini chiede conto dell'accaduto al ministro Bonafede, che farà poi sapere di aver avviato «verifiche» sull'incidente.

Nelle due piazze antistanti, tenute a debita distanza da un dispiegamento massiccio di forze dell'ordine, le tifoserie contrapposte, quella dei fan di Salvini e l'altra organizzata dall'estrema sinistra, centri sociali e associazioni antirazziste in corteo contro il leader leghista, insultato in vario modo, anche molto pesante. Tutti in attesa del verdetto del giudice, che arriva dopo quasi due ore di udienza e altrettante di camera di consiglio.

Una lunga disamina di un fascicolo che il magistrato ha definito «contraddittorio» e pertanto bisognoso di ulteriori approfondimenti. Tutto rinviato al 20 novembre, dunque. Ma stavolta Salvini non sarà più da solo davanti al giudice.

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