Il prossimo capo dello Stato: cattolico, democrat e scialbo

Renzi non vuole big che potrebbero fargli ombra tipo Veltroni e Prodi. Meglio Franceschini o Mattarella. Oppure Delrio, che però ha un curriculum "minimo"

Il prossimo capo dello Stato: cattolico, democrat e scialbo

Venghino, sìori. Sta per incominciare la corsa al Quirinale più pazza della storia repubblicana. Elementi in ordine sparso: finisce al contempo la presidenza più breve (nemmeno 21 mesi) e quella più lunga (quasi nove anni). Il ruolo del capo dello Stato è stato stravolto e anabolizzato da King George, che ha trasformato l'Italia in una repubblica presidenziale de facto . Tra i mille grandi elettori mancheranno i leader dei quattro primi partiti: Matteo Renzi (Pd), Silvio Berlusconi (Fi), Beppe Grillo (M5S) e Matteo Salvini (Lega). E poi: mai nella storia l'area di governo ha avuto una maggioranza dei grandi elettori tanto ampia. E tanto inaffidabile.

Tutti elementi che rendono la corsa un rebus. Di più: un Quiz-rinale. Partiamo così dai tratti che osservatori e buon senso riconoscono come imprescindibili nella silhouette del prossimo inquilino del Colle. Uno: un presidente cattolico, perché messa giù in termini enologici, dopo nove anni di un «rosso» molto strutturato è il momento di un «bianco» più giovane e leggero. Due: un presidente poco ingombrante, perché il premier Matteo Renzi, che controlla la golden share dei grandi elettori tutto vuole tranne che una nuova diarchia e in fondo la nuova legge elettorale maggioritaria che lui spera di portare a casa presto richiederebbe una figura che aggiusta di sale ma non cucina. Tre: lo dicono i numeri, un presidente del Pd. Perché anche Silvio Berlusconi dixit : tocca al partito di maggioranza scegliere il mazzo, mischiare e dare le carte. Certo, facendo giocare anche gli altri. Ma quel Renzi che esibisce quasi ogni dì la tessera del Nazareno sembra voler optare per il metodo Ciampi, coinvolgendo l'area più vasta possibile. Se possibile anche il M5S.

E quindi? Nel casellario qualche nome che riempie tutte le caselle ci sarebbe. Dario Franceschini , ad esempio: ex Dc, con un curriculum istituzionale sufficientemente polposo, già leader del Pd anche se forse non se ne ricorda nemmeno lui, supercattolico, un filino opaco - ma chi l'ha detto che è un difetto? Uno che di ombra a Renzi, a cui lo lega un rapporto controverso ma tendente al bello, ne farebbe poca. E Graziano Delrio ? Anche lui è arrivato al Pd dalla porta di destra, cioè dai Popolari e dalla Margherita. Incarna il volto rassicurante e un po' secchione del renzismo, di cui è uno dei sottotitoli. Cattolico lo è, con quell'aria da parroco in jeans. Ha però l'handicap di un età un po' troppo giovane per il ruolo (nemmeno 55) e di un cursus honorum un po' fragilino, anche dal punto di vista del prestigio internazionale.

Meglio allora Sergio Mattarella , membro della Corte costituzionale di nomina parlamentare, dopo trent'anni a bazzicare transatlantici e governi dapprima da democristiano di sinistra e poi da «sinistro» democristiano. Un crossover che lo rende se non gradito digeribile a molti. Outsider è Linda Lanzillotta , esponente di Scelta civica con un passato prossimo nel Pd, un passato remoto da maoista e da extraparlamentare di sinistra. Una molto avvezza alle relazioni internazionali (fa parte di numerosi think tank ), sposata con il Pd Franco Bassanini , anche lui da qualcuno indicato come possibile candidato (primo caso di corsa di coppia al Quirinale). E poi è donna (bonus). Infine Pierluigi Castagnetti , altro ex Dc ed ex Ppi, che ha l'età perfetta (70 anni a giugno) e l'essere un po' fuori dal giro: nel 2013 decise infatti di non ricandidarsi per svecchiare la politica. Di metamorfosi al Quirinale ne abbiamo viste tante, ma ci risulta difficile immaginare un Castagnetti che piccona e governa.

Una rosa di nomi che taglia fuori quelli che militano nella categoria dei big. Primo di tutti Romano Prodi , sostenendo il quale malpancisti del Pd, Sel e grillini sperano di mettere in imbarazzo Renzi. Quel Walter Veltroni , un po' troppo comunista e carismatico.

Dimentichiamo qualcuno? Ma sì: Mario Mon ti , Piero Fassino , Pietro Grasso , Pier Carlo Padoan , Anna Finocchiaro , Mario Draghi . Con loro il Colle forse non tornerebbe tale, ma resterebbe una montagna. Troppo alta per Renzie.

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