Protesta non stop: sulle pensioni Macron si gioca il futuro politico

Protesta non stop: sulle pensioni Macron si gioca il futuro politico

Inizia una settimana cruciale per la Francia e per la tenuta del suo presidente Emmanuel Macron. Oggi si prepara una giornata nera nel trasporto pubblico, la quinta consecutiva, per lo sciopero contro la riforma delle pensioni per la quale Macron nello scontro con i sindacati rischia di giocarsi la seconda parte del suo mandato.

Il blocco riguarda l'80 per cento dei treni ad alta velocità, a lunga percorrenza e quelli della periferia di Parigi e circa il 70 per cento di quelli regionali. Sospesi quindi di fatto i collegamenti internazionali, con la Spagna e con l'Italia e blocco totale per i collegamenti con la Germania, e la Svizzera. Blocco quasi totale anche per la rete metropolitana di Parigi, per gli autobus nell'area metropolitana e un terzo di quelli della linea che collega la città ai due aeroporti.

Sotto la pressione delle proteste Macron farà marcia indietro? Ieri una giornata fitta di incontri all'Eliseo dove il presidente ha convocato tutti i ministri del governo coinvolti dal progetto. Il clima nel paese è molto teso, la mobilitazione nelle piazze è partita giovedì scorso ed ha avuto una risposta massiccia da parte della popolazione: almeno un milione i partecipanti. L'agenda della contestazione è piena e prevede un nuovo appuntamento con cortei in tutto il paese domani, ovvero il giorno prima degli annunci previsti da parte del governo. I sindacati ribadiscono di essere pronti ad andare fino in fondo e a bloccare i trasporti anche nell'intero periodo delle feste.

Nel mirino della contestazione la riforma del sistema pensionistico. Riunioni ministeriali sul progetto governativo si sono tenute per tutto il week-end a Matignon. Il premier Edouard Philippe ha promesso che consegnerà mercoledì «l'intero progetto del governo» per unificare i 42 piani pensionistici.

In Francia rispetto ad altri paesi Ue, compresa l'Italia, si va in pensione prima e con assegni migliori ma le differenze tra categorie sono eclatanti. Liberi professionisti e agricoltori sono tra i più svantaggiati. Con la riforma dovrebbero migliorare le pensioni dei lavoratori saltuari, con periodi di attività inferiori a 3 mesi.

La riforma va incontro anche alle famiglie e a chi assiste familiari anziani o disabili. Ma allora chi ci rimette? I lavoratori che ricevono oggi una pensione calcolata sugli ultimi sei mesi di retribuzione ad esempio, ovvero i dipendenti pubblici.

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