L e prove tecniche di centrodestra unito continuano a svilupparsi in maniera piuttosto tribolata. Se il Mattinale , il notiziario politico di Forza Italia, apre la giornata all'insegna dello slogan «Uniti si vince» e aggiunge che «sarebbe un crimine politico far prevalere il bisogno di lucidare il proprio distintivo, invece di mettersi insieme per vincere e salvare la nostra gente da una sinistra catastrofica», i riscontri provenienti dal campo della trattativa appaiono quantomeno oscillanti, con uno scontro sempre più manifesto tra Ncd e Lega.
Forza Italia, certo, prova a giocare il ruolo del peacemaker , del conciliatore politico, continuando a cercare alleati in vista delle Regionali. È il senatore azzurro Altero Matteoli, presidente del tavolo sulle alleanze, a incontrare il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa e il coordinatore nazionale di Ncd, Gaetano Quagliariello, per fare il punto della situazione. La trattativa continua, raccontano, per arrivare ad accordi unitari. L'obiettivo non è cambiato: trovare candidati di coalizione che possano mettere tutti d'accordo. A cominciare dagli «anticipi» in Calabria ed Emilia-Romagna. Nel mirino c'è soprattutto la regione guidata fino a pochi mesi fa da Giuseppe Scopelliti dove l'accordo sarebbe a un passo, con un candidato con ogni probabilità proveniente dalle file di Forza Italia (il commissario straordinario della provincia di Catanzaro Wanda Ferro; l'assessore regionale forzista Giacomo Mancini o il presidente della Provincia di Reggio Calabria Beppe Raffa).
Il problema è definire i confini dell'alleanza. E i segnali provenienti da Angelino Alfano non sono incoraggianti. «Siamo pronti a ricostruire un centrodestra unito e vincente fin dalle prossime elezioni, giovandoci del fatto che in Calabria non esiste la Lega» dice il leader del Nuovo centrodestra parlando alla direzione del suo partito. Alfano critica la linea della Lega, che definisce «una brutta ed estrema destra che nulla ha a che fare con il nostro movimento. Ha un progetto politico sempre più alternativo al nostro». Secondo il leader Ncd «la Lega Nord è sempre più incompatibile con qualsiasi scenario di governo di centrodestra». Detto questo «noi siamo pronti a fare ripartire il nostro tavolo per dare il via a un centrodestra vincente già da queste Regionali».
Naturalmente le esclusioni preventive e i paletti anti-Lega appaiono come una strategia di corto respiro. Tanto più che Fabrizio Cicchitto «esclude alleanze a livello nazionale con i partiti di centrodestra» e a questo gioco di veti e controveti non si sottrae neppure il Carroccio, anche se su questo fronte bisogna distinguere tra un approccio più deciso di Matteo Salvini e uno più morbido di Roberto Maroni. Per il segretario nonostante le ambasciate forziste, non c'è nessuna apertura verso Ncd a livello locale: «E visto che ci sono le elezioni in Emilia fra poco, per quanto mi riguarda, evidentemente la Lega non sarà alleata con Ncd».
Il problema si presenterà in maniera più evidente e insidiosa quando, scavallata la doppia tornata di elezioni autunnali, si passerà ad affrontare il voto di primavera e si dovranno fare i conti con regioni come il Veneto in primis - ma anche con la Liguria e la Puglia dove il Carroccio sta iniziando una operazione di radicamento - e non si potrà applicare lo schema dell'«ognun per sé», pena l'irrilevanza politica. Un invito all'unità arriva da Fratelli d'Italia. «Con i veti e i contro veti non si va da nessuna parte» dice Ignazio La Russa. «Il nuovo centrodestra deve nascere, se nascerà, su programmi e valori comuni. Bisogna verificare che questo sia possibile almeno in prospettiva.
Se invece da una parte o dall'altra si pongono veti pregiudiziali e si vuole discutere solo con chi si è già d'accordo, non si andrà da nessuna parte. Il lavoro, lungo e paziente, va avviato da tutti con tenacia e buona volontà».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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