Prove di partito unico Lega-Fi per Maresca. Ma Fdi minaccia lo strappo: corriamo da soli

Carroccio e azzurri disposti a rinunciare ai simboli. Calenda: Bassolino ok

Prove di partito unico Lega-Fi per Maresca. Ma Fdi minaccia lo strappo: corriamo da soli

Le prove generali del partito unico o federazione Lega-Fi potrebbero tenersi già nel prossimo autunno. Napoli è la città del battesimo ufficiale: Lega e Fi stanno valutando l'opzione di presentarsi all'appuntamento delle comunali con un listone unico senza i simboli di partito.

Silvio Berlusconi fissa il traguardo: «Da qui al 2023 dobbiamo costruire quel partito unico che rappresenti la maggioranza degli italiani e che dia stabilità al governo del centrodestra». Ma il primo esperimento, per unire le due forze politiche, è già in fase avanzata con due anni di anticipo. L'assist arriva da Catello Maresca: l'ex magistrato anticamorra, ufficialmente candidato per la poltrona di sindaco, è corteggiato dalla coalizione di centrodestra.

Il matrimonio per ora non si celebra. Maresca pone una condizione: niente simboli di partiti ma una coalizione civica che lo sostenga nella corsa alla guida della città partenopea. Messaggio ribadito anche ieri: «Chi vuole accompagnarmi metta via i vessilli».

Fratelli d'Italia non vuole rinunciare alla fiamma e valuta l'ipotesi di andare per la propria strada. Il nome su cui puntano i meloniani è Sergio Rastrelli, figlio di Antonio, ex governatore della Campania. A quel punto, Forza Italia e Lega potrebbero calare la mossa a sorpresa: staccarsi da Fdi e accettare il diktat di Maresca. Niente simboli. Arrivando all'appuntamento elettorale con una lista unica: un esperimento per sondare i due bacini elettorali sull'ipotesi di una fusione.

Napoli si trasforma nel laboratorio del nuovo partito unico del centrodestra di governo. Operazione che incassa l'ok del parlamentare Paolo Russo, braccio destro del ministro del Sud Mara Carfagna. Mentre l'ex governatore della Campania, l'azzurro Stefano Caldoro, rivendica: «Nel 2018 ne ho parlato e in quella occasione parte del gruppo dirigente mi rispose con dure critiche. Forse era troppo presto. Ora coraggio!».

L'opzione sembra andar bene ai vertici campani del Carroccio e di Fi che hanno già avviato contatti nei giorni scorsi. La strada non è però tutta in discesa: Fdi non avrebbe gradito la scelta dei due alleati di accettare le condizioni Maresca. Si rischia un effetto a cascata: a Caserta, in Campania, Matteo Salvini spinge per la candidatura di Gianpiero Zinzi, consigliere regionale del Carroccio, a sindaco. Ma potrebbe subire la ritorsione di Fratelli d'Italia che si staccherebbe dal centrodestra. Si valutano pro e contro di un'operazione che sembra però ormai decollata dopo il vertice ad Arcore tra Berlusconi e Salvini. A Roma le due forze politiche, che sostengono il governo Draghi, mettono sul tavolo le carte per rafforzare il coordinamento in Parlamento. Sui territori si inizierà a seguire un percorso comune. Sul fronte opposto, il centro-sinistra si spacca.

L'outsider Antonio Bassolino incassa l'appoggio di Azione di Carlo Calenda: le liste al fianco dell'ex sindaco di Napoli saranno cinque. I Cinque stelle si dividono sul nome di Gaetano Manfredi e ora un gruppo minaccia lo strappo.

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