Milano - Ministri e parlamentari sono partiti per le meritate ferie. Tretatre giorni. Sono stanchi. Stanchi delle solite lamentele, stanchi degli stessi problemi, stanchi delle urla della gente esasperata. Sono stanchi loro, poverini.
Almeno quanto lo sono i cittadini di Giugliano, nel Casertano, dove 350 migranti hanno devastato l'hotel Di Francia, un cinque stelle dove sono ospitati, lamentando l'assenza di wi-fi e il mancato pagamento del ticket money giornaliero. Come sono stanchi i gestori degli stabilimenti balneari di Jesolo assediati da mesi da 150 immigrati che dormono sulla spiaggia. Esausti quanto i cittadini di Cagliari, che ieri hanno dovuto assistere ad uno spettacolo vergognoso davanti al Municipio, nella centrale via Roma, dove 200 immigrati, prevalentemente eritrei e etiopi arrivati in Sardegna i primi di agosto, hanno protestato perché vogliono abbandonare l'isola senza essere identificati. Volevano scappare anche alcuni migranti nordafricani ospitati in una colonia alpina a Pian delle Fugazze, nell'alto vicentino, al confine con il Trentino: hanno camminato per venti chilometri in ciabatte pur di raggiungere la più vicina stazione ferroviaria, a Schio, da dove avrebbero preso i treni per Vicenza e altre destinazioni.
Eppur questi un letto ce l'avrebbero, non come quelle dieci famiglie (italiane) sfrattate, che da 80 giorni sono attendate davanti al palazzo comunale di Civitavecchia. Due Italie diverse, facce della stessa medaglia. Se poi lo sguardo passa sul fronte abusivi, mentre a Cesenatico la polizia municipale continua a non dare tregua ai venditori sulle spiagge con sequestri e multe (che però non vengono pagate) e a Viareggio il sindaco ha annunciato tolleranza zero contro gli immigrati che dormono sulle aiuole, lo stabilimento balneare Lido Verde di Cirella di Diamante, sul Tirreno Cosentino, ha messo a disposizione un ombrellone per i tanti venditori ambulanti, immigrati, che affollano le spiagge del Tirreno Cosentino. «L'anno prossimo lo realizzerò meglio, con una grande tenda munita di materassini e acqua - dice il proprietario -. Per ora ho messo un ombrellone vicino alla riva del mare, con una sedia e la scritta in italiano ed arabo dove invito l'ambulante a fermarsi per riposarsi per mezz'ora e poi riprendere il suo lavoro. Certo non è tanto ma certamente se lo facessero tutti i lidi per tutta questa gente sarebbe una cosa ottima e renderebbe il loro lavoro meno opprimente da affrontare sotto la calura estiva».
Un gesto caritatevole, che però avallerebbe la pratica illegale dell'abusivismo che così non solo non verrebbe risolta ma si diffonderebbe a vista d'occhio. Non è senz'altro d'accordo Monica Castro, imprenditrice nel settore turistico nel litorale veneto: «Qui da noi è stato fatto di tutto per fermare gli abusivi: due anni fa ogni bagno aveva addirittura gli stuart pagati dai gestori degli stabilimenti. Non sono serviti a niente.
Adesso, l'unica alternativa, costosa ma risolutiva, sarebbe la chiusura degli stabilimenti stessi agli abusivi, regolamentando gli ingressi. Così i venditori avrebbero libero accesso solo alle spiagge libere». Buonisti di tutto il mondo, adesso scatenate l'inferno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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