Hanno fatto 13, ma occhio e croce per i Cinque Stelle sarà un premio di consolazione. Fino a due settimane fa marciavano sulla capitale d'Italia, ora i grillini caricano le truppe sulla tradotta per Asti. E annunciano la controffensiva. No, è probabile che non ci creda nessuno, capi compresi, ma stasera comunque i «carri armati» di cartone scenderanno ad Asti: appuntamento alle ore 19, in piazza Libertà, davanti al mercato coperto. Parlano i leader, quelli di secondo livello, solo un passo dietro i padroni del Movimento Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Insomma, ad Asti tornano Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. E per incontrare i cittadini ci saranno anche Paolo Romano, l'onorevole di casa, cittadino deputato nato qui e da qui partito per la Camera. Mica è finita, dalla tradotta scenderanno anche Tiziana Beghin, genovese, eurodeputata pentastellata e i consiglieri regionali Paolo Mighetti e Davide Bono.
Fanno sapere: «Durante l'incontro si affronteranno sia tematiche nazionali come il reddito di cittadinanza, la lotta alla corruzione, il rilancio della piccola e media impresa, la difesa dell'ambiente, trasporti ed economia sostenibile, che quelle locali-regionali tramite i candidati portavoce al Comune di Asti e il candidato sindaco Massimo Cerruti». Ah, questo è importante: seguirà per tutti gli intervenuti, cena con menu 5 Stelle a 12 euro.
C'è sempre un viaggio da ricominciare, cantava il cantautore. E visto che la musica è cambiata Grillo e compagnia si adeguano. Le amministrative di due domeniche fa sono state una sciagura, ma per fortuna che c'è ancora Asti, la «Florida» dei Cinque Stelle, gongolano i grillini. Provano a tirasi su così, guardando lontano, alle sfide che nello Stato americano videro opporsi al riconteggio George W. Bush e Al Gore, magari pure a quello che sta succedendo in questi giorni nelle ultime puntate di House of Cards, la serie tv sugli intrighi del potere Usa. Ad Asti, per fortuna, la storia non si è trascinata troppo a lungo. «Ci sono 13 voti di scarto, chiedo il riconteggio», chiedeva il 12 giugno Massimo Cerruti, candidato M5s. Alla prima conta lui era arrivato terzo, niente ballottaggio. Due giorni dopo però il Tribunale di Asti dava ragione al grillino e così il 14 giugno la presidente della commissione elettorale annunciava: «Dopo le ultime verifiche terminate oggi pomeriggio, sulle schede di cinque sezioni, Massimo Cerruti risulta avere ottenuto sei voti in più rispetto alla candidata Angela Motta». Fuori la candidata del Pd, torna in gioco il grillino. «Che colpo!», brindano i Cinque Stelle.
Bisogna provare ad accontentarsi, in fondo a Genova, la città del capo Grillo, neppure si è andati al ballottaggio. Come a Palermo e Parma e Verona e avanti così, perché il voto amministrativo di quindici giorni fa è stato una vera Caporetto. Allora W Asti, sempre e comunque. Certo, pure nella città del Palio i numeri bisogna poi leggerli, oltre i sei voti in più conquistati in Tribunale. Maurizio Rasero ha vinto il primo turno con il 47,71% e non è servito nessun riconteggio per spedirlo dritto in testa. I Cinque Stelle, invece hanno scavalcato il Pd di 6 voti, domenica proveranno a recuperare, ma si sono comunque fermati al 15%.
«Un ottimo risultato per Asti, con una percentuale quasi raddoppiata rispetto a un anno fa», gongola Cerruti. «Arriveremo al 40% e governeremo da soli», annunciava un mese fa tronfio Luigi Di Maio, pensando di aver già conquistato Palazzo Chigi. Per ora dovrà bastargli Asti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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