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"Può essere il nostro leader...". Spunta il nome tra i "post-grillini"

La presentazione del libro "Lady Rousseau" diventa un'occasione buona per riflettere sul futuro ruolo di Enrica Sabatini. E i post grillini aprono: "Può essere la nostra Meloni"

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L'universo post grillino è alla ricerca di un leader. Un'occasione per averne una testimonianza diretta è stata la presentazione in Senato di "Lady Rousseau", il libro che Enrica Sabatini ha scritto per dire la sua. Il testo verte sia sulle idee originarie che hanno mosso il MoVimento 5 Stelle sia su quelle che, per via dell'assetto attuale, sarebbero, per l'autrice, qualcosa in più di semplici distorsioni.

Di nomi per la leadership, tra coloro che hanno abbandonato l'emisfero pentastellato e non, se ne sono fatti tanti in questi anni: da Alessandro Di Battista all'ex sindaco di Roma Virginia Raggi, passando per lo stesso Davide Casaleggio. Ma nessuno, tra scissioni ventilate e separazioni avvenute per davvero, ha mai fatto un passo deciso verso la ricostituzione delle "piazze del Vaffa".

Secondo un retroscena di Repubblica, per dire, l'ex onorevole grillino Alessandro Di Battista avrebbe incontrato l' ex "avvocato del popolo" e Marco Travaglio: non si può escludere che "Dibba" faccia ritorno nel MoVimento in vista delle elezioni politiche. E quindi, per coloro che non hanno intenzione di fare una virata verso il passato, quello di Di Battista potrebbe diventare un nome non spendibile.

Così, in sala, prende piede proprio il nome dell'autrice del libro. "Lei può essere la nostra Meloni", ci fa presente un parlamentare de L'Alternativa c'è. "Perché - aggiunge - è coerente". "Siamo come nel 2013, solo che al posto di Mario Monti c'è Mario Draghi. Tanti cittadini non si sentono rappresentati ed il MoVimento 5 Stelle è ormai su posizioni democristiane. Non possiamo farci sfuggire questa occasione", chiosa la fonte.

I post grillini non vedono spazi per rientrare nel partito d'origine, considerando anche la resa dei contri tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. La bagarre è troppo evidente per immaginare una reunion e poi il "nuovo corso" ha abbracciato il "campo largo" dei Dem. La strada porta dritta alle elezioni politiche ma a L'Alternativa c'è, che si è riversata in massa alla presentazione dell'opera della Sabatini, manca una figura di riferimento che faccia da sintesi e che possa, tanto sotto il profilo politico quanto sotto quello mediatico, rappresentare tutti. Tant'è che in Senato, alla presentazione del libro, oltre al presidente della commissione antimafia Nicola Morra, c'erano almeno una decina di parlamentari.

L'onorevole Rosa Menga la mette sul piano idealistico: "Il leader, se proprio vogliamo definirlo così, dovrebbe avere la funzione di cassa di risonanza, di vetrina delle idee. Non è il centro di potere". Ma poi specifica: "Sono d'accordo che, per emergere, dovremmo individuarne uno (di leader, ndr), ma con il significato che ho spiegato". Non leadership, dunque, ma leaderless, cioè fluidità e partecipazione. E sulla Sabatini: "Lei potrebbe esserlo ma vuole esserlo?", si chiede la Menga che però non chiude affatto alla ipotesi.

Un parere significativo è di certo quello dell'avvocato Lorenzo Borrè che è il legale di quegli attivisti che, facendo ricorso al Tribunale di Napoli, hanno in buona sostanza azzerato le cariche grilline, per via della sospensiva ottenuta. E Borrè, sulla Sabatini, ha un'idea precisa: "Se fosse ancora iscritta, cosa che non so, la vedrei bene. Forse è la più autentica depositaria di un certo spirito antisistema". L'avvocato si riferisce al MoVimento 5 Stelle e non ad un nuovo partito: ovvio, in una certa misura, che Borrè la veda così. Ma sembra più probabile che sorga qualcosa a sinistra dei grillini di Conte, come già è con L'Alternativa c'è.

Che Enrica Sabatini possa rappresentare quel mondo, e magari anche qualcosa di diverso ed aggiunto in corsa, non è più in dubbio.

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