Berlino - Ieri Vladimir Putin avrà certamente sfoggiato il tedesco appreso da giovane a Dresda, dove ha operato per cinque anni quale agente del Kgb. Nel primo pomeriggio il presidente della Federazione Russa è apparso al matrimonio della ministra degli Esteri austriaca Karin Kneissl, una diplomatica di carriera arrivata al governo in quota alla destra dura e pura del Fpö. Alle 18, invece, Vladimir Vladimirovic ha incontrato la sua vecchia amica Angela Merkel al castello di Meseberg, 70 km a nord di Berlino. Una doppia visita che non ha mancato di suscitare polemiche e curiosità.
Le polemiche sono legate alla tappa nella Stiria meridionale alle nozze della ministra di Vienna. «Con quale pretesa il governo austriaco che detiene la presidenza di turno dell'Ue si propone come mediatore fra Bruxelles e Mosca quando è così chiaramente schierato per una delle due parti?», ha chiesto il deputato socialdemocratico Andreas Schieder. Alle nozze, dove Putin ha danzato con la sposa accompagnato dal coro dei cosacchi portati dalla Russia, erano presenti il cancelliere austriaco, il popolare Sebastian Kurz, e lo stato maggiore del Fpö.
Le curiosità sono invece legate all'incontro con la cancelliera tedesca. Merkel e lo «zar» si erano visti appena tre mesi fa a Sochi, sul Mar Nero: cosa bolle in pentola per organizzare un nuovo faccia a faccia? Secondo gli osservatori sono due i tavoli dai quali aspettarsi qualche novità: la Siria e l'Ucraina. Lo staff della cancelliera ha inserito le «questioni energetiche» nell'agenda di Meseberg all'ultimo minuto, ma per energia bisogna leggere Ucraina. Mosca e Berlino puntano al raddoppio del gasdotto Nord Stream, un'infrastruttura che collega direttamente la Russia e la Germania, bypassando accuratamente l'Ucraina e i Paesi baltici. È naturale che Kiev guardi al nuovo progetto con timore: la realizzazione del Nord Stream 2 la esclude dal grande risiko del gas. Merkel lo sa e poiché si è fatta garante del processo di pacificazione in Ucraina orientale potrebbe dare luce verde al gasdotto in cambio di garanzie da parte di Putin sulla pacificazione nel Donbass e sulla permanenza, magari parziale, di Kiev nel traffico energetico fra Russia e Europa.
L'annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014 complica ulteriormente il puzzle: Merkel non è in apparenza disposta a disapplicare le sanzioni occidentali contro Mosca.
Anche il capitolo Siria si annuncia difficile: Putin ha più volte annunciato il disimpegno dalla guerra civile nel Paese mediorientale, ma di fatto resta il principale alleato di Bashar Assad. Cos'altro lega Merkel e Putin? Entrambi hanno rapporti difficili con Donald Trump e uno scambio di vedute fra vicini di casa può sempre risultare utile.
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